Durante il mio quinquennio zaratino, vivevo nella Pensione Alesani, una fra le più frequentate della città. La sua table d'hòte era un caleidoscopio internazionale mutevole ogni giorno, poiché Zara, essendo un porto franco, richiamava gran numero di navi nazionali e straniere per farvi i loro rifornimenti alimentari a prezzo modico e, quindi, gente d'ogni paese capitava in quella ben nota pensione per prendervi i suoi pasti.
Ivi s'intavolavano le conversazioni e le discussioni più varie e più interessanti. Spesso si veniva a parlare del proprio luogo nativo e del relativo corredo delle curiosità, celebrità, cose e persone famose. Di Alberobello, il va sans dire, i trulli occupavano il primo posto fra le sue notorietà, poi il mercato settimanale, il culto dei SS. Medici, il loro splendido santuario... cose a parecchi note in certo qual modo. Ma quando si veniva alle personalità celebri, chi aveva mai sentito dire di un Domenico Marea, di un Luigi Tinelli, di un Carlo Ferrini, di un Sante Sisto? Tutti illustri ignoti! E il mio accenno alle loro opere veniva accolto con un deferente sorriso... d'incredulità.
Avrei voluto avere allora questo mio modesto libro per farli ricredere ; per dir loro, parafrasando la madre dei Gracchi: «Qui sono elencati ed illustrati i gioielli, le glorie del mio paese, leggete ed imparate!». Ma esso non esisteva ancora. Però fu in quelle occasioni che sorse in me l'idea di scriverlo, un giorno, se avessi avuto tempo. Ora l'idea si è realizzata, ma io non mi trovo più in Zara, né quella graziosa italianissima città più esiste, poiché, per massima sua sventura, fu rasa al suolo dagli eroici jugoslavi, nella recente seconda guerra mondiale, così come avevano distrutti, nel 1932, per italofobia, gli antichi leoni veneziani di Traù, Spalato, Sebenìco, Ragusa...
In verità, il compilare un Corpus Scriptorum Arborbellensium - o di ogni altra cittadina pugliese - è un doveroso atto di giustizia e di riconoscenza verso di essi, grandi e piccoli, insigni e oscuri, non dell'ordine letterario soltanto, ma di ogni ordine. Trarli dall'immeritato oblio nel quale giacciono, rievocarne per somme linee la vita, disaminarne le opere con serenità e imparzialità, tramandarle ai posteri, è un riconoscimento die, se pur tardivo, è duraturo e utile, sia alla loro terra natale che alla Patria.
Se gli scrittori pugliesi poco noti non furono esaltali come si meritavano, questo derivò pur anche dai loro sentimenti di austerità e modestia, alieni per natura dalla propaganda personale. D'altra parte, non si può disconoscere che, per quanto piccolo il loro contributo, essi concorsero col pensiero, col sentimento, con le opere all'innalzamento del gran tempio del Sapere Italiano ; pur essi trasportarono il loro granello di sabbia per costruire quell'immenso edificio e, pertanto, sono meritevoli della gratitudine cittadina. Le faville della loro mente, attraverso la letteratura, la storia, la filosofia, l'arte, la scienza, apportarono un contributo, per quanto minimo per tanto utile, alla coltura italiana.
Essi conferirono lustro al loro amato luogo natio; sono fonte di orgoglio per i loro concittadini ; e il patrimonio spirituale da essi lasciato - titolo della migliore nobiltà - dev'essere custodito, ravvivato costantemente perché germini frutti copiosi e ottimi per il bene di Alberobello. Con questo mio modesto lavoro di lunghe, insistenti e pazienti ricerche intendo onorare la loro memoria, incitare i giovani a seguire le orme dei nostri grandi avi e, nel contempo, credo di offrire un notevole contributo alla Bibliografia Pugliese.
Prima di chiudere la Prefazione, rivolgo un vivo pubblico ringraziamento al Rev. Sac. D. Giovanni Girolamo, il quale mi è stato di valido ausilio nel presente lavoro, col fornirmi notizie, date, schiarimenti e coli'aver messo a mia disposizione parecchie pubblicazioni degli scrittori qui menzionati, le quali, è bene dirlo, sono in gran parte in suo possesso - per averle raccolte con amorosa assiduita nella sua vita e specie nella giovinezza - mentre altre sono rinvenibili nella Biblioteca Parrocchiale Domenico Morea, nella mia esigua libreria, presso le famiglie o i parenti discendenti degli scrittori stessi. Affinché il prezioso complesso di dette pubblicazioni non vada irreparabilmente perduto, bisogna - a mio umile giudizio - affidarlo alla Biblioteca Morea (che ci da sicurezza di stabilità e di perennità), costituendovi in uno scaffale a sè, un Archivio Storico Alberobellese, racchiudente manoscritti, dattiloscritti, pubblicazioni, memorie, documenti, necrologie, giornali e stampe comunque riguardanti Alberobello e gli Alberobellesi.
Ho creduto d'includere nella presente raccolta, anche i cenni biografici degli artisti, giornalisti e intellettuali, in massima parte contemporanei, convinti che le loro opere o attività - siano esse progetti, trattati, formule matematiche o chimiche, dipinti, musiche, canti o altro - sono pur sempre un prodotto elevato dell'intelligenza, non meno importante di quello degli scrittori veri e propri.

G. N.

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