Da sinistra: Luca Dal Negro, Stefano Passaggio, Don Claudio Baima Rughet,
l'arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, Benito Cutellè, Lorenzo Bortolin.
«Diaconi beati e santi»
Le biografie di oltre duecento diaconi,
dalle origini ad oggi. Un invito ad imitarli.

«Sorpresa e gioia: sono i sentimenti che ho provato scorrendo questo libro». Così scrive l'arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nella presentazione del volume Diaconi beati e santi. Dalle origini ai giorni nostri, da poco pubblicato. E aggiunge: «Sorpresa, innanzi tutto, per il numero dei diaconi - oltre duecento - che la Chiesa ha già  riconosciuto beati e santi; in secondo luogo, sorpresa perchè non mi risulta che sinora sia stata compiuta una ricerca così approfondita. Infine gioia, perché queste biografie valorizzano una volta di più la particolare vocazione al diaconato e perché gli autori sono diaconi permanenti della nostra amata diocesi di Torino».
In effetti, le sorprese sono ad ogni pagina, a cominciare dai santi stessi. Accanto a martiri venerati ovunque, come Stefano, Lorenzo e il medico Damiano, fratello di Cosma, ci sono tanti santi meno noti, ed altri ancora dei quali qualche volta ci si dimentica che sono diaconi e non preti, e tra questi Bernardo d'Aosta (fondatore dell'ospizio alpino), Francesco (patrono d'Italia) o Marino (all'origine dell'omonima Repubblica). Ma qui s'impone un passo indietro.

UN MINISTERO VOLUTO DAGLI APOSTOLI
Il diaconato nasce per volontà degli Apostoli, quando scelsero «sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza», ai quali affidarono il servizio delle mense (At 6,1-6). Già da subito, però, l'incarico si amplia: con l'approvazione evidente, anche se non scritta, dei Dodici, i diaconi si pongono al servizio del Vangelo e dell'uomo. Così, di volta in volta, il diacono è difensore dei poveri e dei malati, costruttore di ospizi, missionario, estensore di inni, oratore ad un Concilio, Consigliere del papa, fondatore di un'abbazia o di uno Stato, ed altro ancora. Già prima del Mille, tuttavia, la gerarchizzazione delle funzioni liturgiche, la nascita di congregazioni religiose tese ad aiutare i poveri, oltre che l'obbligo del celibato, riducono il diaconato a tappa obbligata, seppur temporanea, verso il sacerdozio (ancora oggi per i seminaristi si parla di diaconato transeunte). Bisogna attendere il Concilio Vaticano II per assistere al ripristino del diaconato permanente (oggi è la sola «vocazione» in crescita: i diaconi italiani sono oltre tremila). Il diacono riceve il sacramento dell'Ordine nel primo dei tre gradi (gli altri sono il presbiterato e l'episcopato) e per questo può anche battezzare, celebrare matrimoni e funerali, svolgere omelie, presiedere varie funzioni compresa la Liturgia della Parola, sostitutiva se del caso della Messa. Quasi tutti i diaconi mantengono sè stessi e l'eventuale famiglia con il proprio lavoro o la pensione, e se sono sposati e restano vedovi, non possono risposarsi.

DA SANTO STEFANO ALLE PERSECUZIONI RECENTI
Il libro, dunque, propone le biografie di oltre duecento diaconi, dal protomartire santo Stefano al brasiliano Giovanni Luigi Pozzobon, «servo di Dio» di chiare origini italiane, morto nel 1985. Se per alcuni di loro le notizie sono lacunose, specie se vissuti nei primi tre secoli o uccisi in recenti rivoluzioni e dittature, per quasi tutti gli altri, gli autori hanno avuto difficoltà  a condensare le informazioni. La lettura e la consultazione sono facilitate dall'aver posto i nomi in ordine alfabetico, con tanto di varianti e appellativi stranieri, e di ognuno è precisato se è servo di Dio, o venerabile, o beato, o santo ed anche se è martire. Sono indicati pure la città  e il giorno di nascita e di morte, e la data della loro memoria liturgica. In una parola, una marea di dati e notizie. Utile è l'elenco emerologico, dove beati e santi sono citati secondo i giorni del calendario. Il volume si presenta, quindi, unico nel settore, da leggere con curiosità  e da consultare. E soprattutto, come sottolinea don Claudio Baima Rughet, delegato per il diaconato permanente nell'Arcidiocesi di Torino, è un invito ad imitare quei diaconi per farci santi noi, qui ed ora.

CAMILLA FURNO
redazione.rivista@ausitiatrice.net

Chiudi