diac. Pellegrino di Ancona
Santo - Martire
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† Umago d'Istria (Croazia), sec. III
Ricorrenza: 23 maggio

Con il nome di «Pellegrino» sono presenti diversi santi dei primi cinque secoli. Di loro la Chiesa ne conosce due in modo molto documentato: Pellegrino di Lione, primo vescovo e martire di Lione nel secolo III (festa il 28 luglio), e Pellegrino d'Auxerre, primo vescovo della città francese, martirizzato nel 304 (festa il 16 maggio). Un altro grande santo con questo nome è san Pellegrino Laziosi, dei Servi di Maria, morto il 1° maggio 1345, compatrono della città di Forlì, invocato come protettore contro le malattie cancerogene.
In particolare con il termine «pellegrino» si definivano i penitenti che si recavano a Santiago de Campostela, mentre con il termine «palmieri» ci si riferiva a quelli che si recavano in Terra Santa e «romei» erano coloro che andavano a Roma.
La storia di san Pellegrino d'Ancona ha origini misteriose. È assai probabile che molti santi siano morti anonimi lungo le principali vie di pellegrinaggio e forse oggetto di devozione locale poi dimenticata, lasciando tuttavia molti piloni votivi, cappelle o santuari con tale nome. Il nome san Pellegrino è presente, infatti, su tutto l'arco alpino ed anche in varie regioni italiane, come Piemonte, Lombardia, Venezia Giulia, Marche, Abruzzo e Sicilia.
Il nostro martire è conosciuto a seguito del ritrovamento fortuito, avvenuto nel 1224 nel corso dei lavori di restauro della basilica del Salvatore ad Ancona, di una cassa contenente - come indicato dall'iscrizione su di essa - le reliquie dei martiri san Pellegrino, Flaviano ed Ercolano. A seguito di questo ritrovamento, avvennero molte guarigioni miracolose; per questo le reliquie furono trasportate nel duomo d'Ancona. Purtroppo queste sono andate disperse a seguito del bombardamento della città del 1° novembre 1943.
In una passio anconetana del secolo XIII, si racconta che il diacono Pellegrino, dalla località di Rosalianum, era giunto nell'urbs Bolitana per annunciare il Vangelo: per tale motivo fu denunciato al proconsole Anolinus che istituì il processo con l'accusa di violazione delle leggi di Diocleziano contro i cristiani. Seguirono le torture sempre più crudeli fino alla decapitazione. Questo testo concorda con una più antica passio d'Aquileia che fa riferimento ai martiri Bolitani ricordati dalle memorie ecclesiastiche africane ai quali sant'Agostino dedicò un sermone. E probabile, quindi, che Pellegrino facesse parte di una comunità cristiana, in fuga dalle persecuzioni di Diocleziano ed arrivata sulle coste adriatiche.
Secondo una tradizione locale d'Umago d'Istria (Umag - Croazia) in cui san Pellegrino è compatrono insieme a san Maggiore, il nostro diacono arrivò da Aquileia nel 303 e sbarcò sulla Punta di Rosazzo dove, come racconta la leggenda, quando la marea è bassa, si può distinguere l'impronta del piede. Il luogo del suo martirio è probabilmente Opicina, vicino alla Punta di Rosazzo dove esiste una piccola chiesa di pietra edificata attorno al 1100, nella quale, a tutt'oggi, il 23 maggio, è celebrata la Messa e vi si svolge la processione.
San Pellegrino è tuttora venerato dagli Umaghesi in esilio che hanno mantenuto la consuetudine del 23 maggio come giorno a lui dedicato assieme alla processione. È molto bella la preghiera a lui innalzata dall'arcivescovo di Trieste, Antonio Santin (1895-1981), a sua volta esule da Rovigno d'Istria: «Noi Umaghesi guardiamo a te, o San Pellegrino, nostro Patrono, per imparare come si vive e si soffre nei tempi difficili, e per capire come tutto è perduto, non quando vengono meno le cose della terra, ma quando si spegne nell'anima la luce del Cristo. Tu, fortissimo Diacono, desti a Dio, nel servizio della Chiesa e dei poveri, la tua fiorente giovinezza, e il sangue stesso quando dovesti scegliere fra la vita terrena e la fedeltà a Dio. Ci insegni però che a questa vittoria, che ti diede tanta gloria in cielo e in terra, si arriva, quando ogni giorno si sceglie Cristo e si vive secondo il suo Vangelo. Eravamo un popolo sereno, che viveva del proprio lavoro. Ora siamo un popolo disperso. Ma pur cosi divisi sulla terra, siamo un solo cuore e una sola famiglia. Perché ci riconosciamo tutti nella fede che l'antica nostra gente da te apprese e nel tuo glorioso martirio. Aiutaci ad essere ovunque ci troviamo fedeli a Cristo e alle nostre nobili e sante tradizioni. Siano salde le nostre famiglie, cristiani e forti i nostri figli. Ricordaci nelle ore di dolore e di sfiducia che la croce costa sangue, ma dona vittoria. Ci accompagni ovunque, o San Pellegrino, il ricordo di te, nostro glorioso Martire e la tua intercessione». (ldn)

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