diac. Annone

vedi Ammone

Ricorrenza:

Un'antica tradizione, confermata però da più fonti, narra il martirio in odium fidei di quaranta donne, sia vergini che vedove, venerate come sante, avvenuto nei pressi della città turca di Eraclea. Un'altra versione, però meno attendibile, considera queste martiri come le mogli dei quaranta martiri di Sebaste (Turchia; martirio avvenuto poco tempo prima). È però da tutti condiviso che, insieme a loro, fu martirizzato anche il il diacono Ammone (Annone), secondo alcuni loro maestro e fautore della loro conversione. Siamo nei pressi dell'Editto di Milano (313), che consentì la libera professione del cristianesimo per volere dell'imperatore Costantino (280?-337), ma in Oriente, sotto la guida di Licinio Valerio, imperatore associato a Costantino (250?-325), fino all'anno precedente ci furono ancora persecuzioni ed esecuzioni, tra le quali, appunto, quella di Ammone e delle quaranta donne, vergini e vedove.
Si tramanda che Licinio inviò, come suo incaricato, a Berea, presso Eraclea, un certo Baudo, il quale appena lì giunto ricevette una denuncia contro Celsina, che sarebbe stata la priora di quel gruppo di donne, e contro le «cosiddette» quaranta vergini e vedove riunite con lei in una comunità monastica. Celsina in un primo interrogatorio sembrò accondiscendere ai voleri di apostasia richiesti da Baudo, ma, ritiratasi in preghiera ed esortata a perseverare dal diacono Ammone, la loro guida spirituale, cambiò idea.
Durante un secondo interrogatorio, di fronte a tutta la comunità delle monache, in maniera molto suggestiva, si narra che le statue degli idoli pagani, che adornavano il luogo, si sbriciolasseo e il sacedote pagano di Zeus, che presiedeva il tiro, fu sollevato in aria da angeli di fuoco, per poi sfracellarsi al suolo, sempre alla presenza di Ammone e delle quaranta donne. Baudo, inviperito, fece arroventare un elmo di bronzo e lo fece mettere sul capo di Ammone, a sua volta appeso a macchine di tortura, ma l'elmo volò via, per planare sulla testa dello stesso Baudo, anche lui addirittura misteriosamente sollevato in aria al posto di Ammone, e lì rimasto finché non chiese perdono ai perseguitati. Finita questa particolare situazione, Baudo, per liberarsi dell'incomoda situazione, inviò il gruppo a Licinio ad Eraclea, dove i perseguitati cristiani ebbero modo di venerare le reliquie di santa Cliceria, patrona della città.
Licinio dispose che tutte quelle persone venissero gettate in pasto alle belve, ma gli animali non le vollero toccare; allora Licinio fece direttamente uccidere, dai suoi sottoposti, prima il diacono Ammone, poi le vergini ed infine le vedove, massacrandole a piccoli gruppi con orrendi supplizi. Nonostante i molti aspetti leggendari della vicenda, sembra attendibile il racconto del sacrificio di Ammone e delle quaranta sue compagne, più volte riportato da autorevoli e documentate fonti e tradizioni. (sp)

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