diac. Bernardo di Aosta (o di Montone)
Santo
* Aosta (Montone), 923
† Novara, 1008 ?
(altre fonti, * Aosta, inizi sec. XI - † Novara, 1080)
Ricorrenza: 15 giugno

Bernardo di Aosta, conosciuto anche come Bernardo di Mentone (dalla località situata sul lago di Annecy, in Alta Savoia), nacque ad Aosta (o a Mentonc?) intorno al 923, da una nobile famiglia aostana (ma, secondo altre fonti, la sua nascita è da posticiparsi al secolo successivo, così si spiegherebbe anche la differenza, quasi centenaria, sulla certezza della sua data di morte). Da documenti, ritenuti autentici, si conoscono i suoi studi parigini di filosofia e di diritto, alla fine dei quali, rientrato in patria, entrò nel clero della città di origine, diventandone arcidiacono del capitolo della cattedrale, sembra in contrasto con la sua famiglia che, invece, avrebbe previsto per lui un matrimonio. Si narra che, nonostante fosse stato imprigionato in una torre munita di una sola finestra, per evitargli di seguire la sua chiamata religiosa, Bernardo riuscì a fuggire e a compiere la sua vocazione. Esercitò il suo ministero predicando nella sua diocesi, ma anche in alcune di quelle limitrofe, fino a Novara e a Pavia.
È sicuramente molto noto come fondatore (restauratore, dopo alcuni secoli di oblio, secondo alcuni) dell'Ospizio ora conosciuto, appunto, col nome del «Gran San Bernardo» (sul valico allora noto come del Monte Giove), sul passo che collega Aosta con Martigny (Svizzera), all'epoca fondamentale via di comunicazione che, passando per le Alpi Pennine, unisce nord e sud dell'Europa. Partendo dal monastero benedettino di Bourg-Saint-Pierre, nel villaggio svizzero di Saint-Pierre de Montjoux, si arrivava ad un'altitudine di 2470 metri dove, sulle rovine di un precedente monastero distrutto dai Saraceni (?), Bernardo ne avrebbe costruito uno (un altro?) per ospitare i pellegrini e tutti coloro che compivano quel percorso. Dopo un'iniziale dipendenza dalla diocesi di Aosta, il complesso venne condotto dai canonici agostiniani (conosciuti anche come «Congregatone ospedaliera dei Canonici del Gran San Bernardo»), che, per assistere i viandanti, utilizzavano anche robusti cani (la loro presenza è documentata fin dalla seconda metà del secolo XVII e, verso la fine del secolo XIX, vennero selezionati come una razza canina a sé stante, chiamata appunto «San Bernardo»). L'utilizzo del ricovero è ancora attuale, pur se in forme diverse, data la minor importanza di quel tracciato alpino e, quindi, di presenze, di visite e di fondi. Si tramanda anche che Bernardo avrebbe dato vita ad un'opera identica sulle Alpi Graie, chiamata Ospizio del Piccolo San Bernardo, ipotesi questa non sicuramente documentata, ma, data la presenza di un passo, all'epoca ugualmente denominato Monte Giove, in quella zona, all'incirca in Provenza Costa Azzurra, si potrebbe, appunto, spiegare il rimando allo stesso santo fondatore.
Come sempre accade, l'agiografia è ricca di aneddoti, quali - ad esempio - quello che, una volta, incontrato un povero morente per il freddo, Bernardo gli donà il suo mantello che gli fu poi restituito da un angelo. È raffigurato vestito con l'abito dei canonici agostiniani, spesso mentre calpesta un demonio incatenato o mentre gli mette il suo bastone in gola. Il suo culto è diffuso in Valle d'Aosta, Piemonte, nel Vallese svizzero e nella Savoia. Le sue spoglie riposano ora nella cattedrale di Novara. Nel 1923, papa Pio XI lo ha proclamato patrono degli alpinisti e dei nativi delle zone alpine. (sp)

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