diac. Cesario di Terracina
Santo - Martire
* Cartagine ?, 85 ?
† Terracina (Latina), 7 novembre 107
Ricorrenza: 1 novembre

Il diacono Cesario (o Cesareo) e il presbitero Giuliano sono riportati sia nel Martirologio Romano, sia nel Geronimiano. La festa del 1° novembre è ricordata a nche nei sacramentari Gregoriano e Gelasiano di San Gallo. Presso i Greci, invece, i due santi sono commemorati il 7 ottobre.
La loro passio ci è pervenuta in quattro redazioni, la più antica delle quali risale al secolo V o VI, ma appartiene al genere delle leggende epiche. Così, da un lato, di Cesario non si conosce nulla di certo, dall'altro il suo culto è attestato e molto diffuso sin dall'antichità. Ad esempio, fu venerato a Roma fin dal secolo V, nel luogo più importante della città, il Palatino, come attesta il Liber Pontificalis, e in seguito gli furono dedicate altre chiese e monasteri. Nel sito internet della diocesi di Latina si legge, comunque, che «a parte locali tradizioni di dubbio valore, possiamo solo attestare che il giovane diacono, di origini africane, venne martirizzato dai Terracinesi in pieno in pieno paganesimo (sec. II d.C.)».
Secondo la tradizione, Cesario sarebbe nato a Cartagine verso l'anno 85 e si dimostrò così fervente cristiano da essere ordinato diacono. Anni dopo, quando partì alla volta di Roma, la nave naufragò sulle coste di Terracina (Latina). Nella cittadina avrebbe conosciuto Luciano, un giovane destinato ad essere sacrificato il 1° gennaio, durante una cerimonia in onore di Apollo. Invano Cesario si oppose a questo e ad altri sacrifici umani. Fu arrestato, accusato di lesa maestà e di alto tradimento e poiché si rifiutò di onorare gli dei, fu condannato ad essere precipitato in mare, dentro un sacco appesantito da pietre. Gli fu compagno di martirio il presbitero Giuliano. La loro morte sarebbe avvenuta il 7 novembre 107. Il giorno stesso, però, le onde riportarono a riva i loro corpi, che furono sepolti a Terracina il giorno delle calende di novembre.
Poi, secondo il racconto Sanatio Gallae et translatio S. Caesarii Romam, nell'anno 375, dopo la miracolosa guarigione di Galla Placidia, figlia dell'imperatore Valentiniano I, i resti di Cesario furono traslati a Roma in un oratorio a lui dedicato, chiamato «San Cesareo in Palatio» nel rione Celio. Nel secolo XIII, andato in rovina quest'oratorio, parte delle reliquie furono traslate nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Il santo diacono è patrono di Terracina, di Cesa (Caserta) e di San Cesario di Lecce, Comuni dove sono venerate alcune sue reliquie. (lb e ldn)

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