diac. Damiano medico
Santo - Martire
* Siria, sec. III ?
† Cirro (Ciro, Siria), 303
Ricorrenza: 26 settembre

È normalmente abbinato al fratello (gemello o maggiore) Cosma, per cui sono entrambi comunemente ricordati come i «santi medici» Cosma e Damiano diacono (Cosma dovrebbe essere rimasto laico). Sono molte le fonti relative ai due santi che, però, talvolta, discordano in alcuni particolari. Sembrano, comunque, assodate le loro origini familiari arabe e la loro nascita in Siria, insieme alla loro educazione cristiana, operata sia dal padre Niceforo (presto scomparso a causa di una persecuzione in Glicini che dalla madre Teodota (o Teodora). Appresa la professione medica, la praticarono nei luoghi di origine e nella città marittima di Egea (attualmente in Turchia) dove, secondo un'altra tradizione, subirono il martirio, per poi essere traslati a Cirro.
Sono anche conosciuti come i «medici anàrgiri» (da un vocabolo greco il cui significato è «senza argento, senza denaro»), in quanto la loro opera era prestata assolutamente a titolo gratuito. A questo proposito si tramanda che, quando Damiano accettò ben tre uova da una paziente guarita (per non offenderla), il fratello Cosma si arrabbiò tanto violentemente da dichiarare di voler essere poi sepolto lontano dal fratello: quasi una premonizione del comune sacrificio? Fatto che, comunque, non si verificò, in quanto vennero sepolti l'uno accanto all'altro. Ancora in vita, vengono narrate alcune loro guarigioni miracolose e quasi leggendarie, tali da accrescerne la fama di santità; sono anche noti per essere stati grandi evangelizzatori, tanto da suscitare apprensioni nelle nostalgiche gerarchle locali romane, che li accusarono anche di turbare l'ordine pubblico.
Rifiutandosi di abiurare, li troviamo tra le tante vittime della persecuzione dell'imperatore Diocleziano (284-305), uccisi in maniera molto violenta, tanto che si parla di un martirio subito cinque volte, a causa dell'impossibilità di ammazzarli nè con la lapidazione, nè con la crocifissione, nè gettandoli in mare e neppure bruciandoli: furono infine decapitati. Ma il riferimento al numero cinque potrebbe essere dovuto solo al fatto che furono martirizzate insieme cinque persone, i due santi ed altri tre discepoli (o fratelli minori?) Antimo, Leonzio ed Euprepio.
Furono venerati, fin da subito, come guaritori e via via come protettori di medici, chirurghi, dentisti, farmacisti e parrucchieri e degli ospedali (e, più recentemente, della famiglia fiorentina dei Medici e anche della Boemia). Molte furono, e sono, le chiese a loro dedicate, in Asia e in Europa, sia ad entrambi insieme, sia sincgolarmente a riacrnno di loro. In una di queste, la basilica di San Damiano di Assisi, nel 1205 un Crocifisso invitò un giovane a «riparare la sua chiesa»; sempre in quel luogo, il giovane, ormai adulto, compose il Cantico delle creature, quando era già diacono come Damiano e, sempre come lui, diventerà santo, Francesco. (sp)

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