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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              Genesi 27  | 
          
      [1] Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non
      ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse:
      "Figlio mio". Gli rispose: "Eccomi".
      
      [2] Riprese: "Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia
      morte.
      
      [3] Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, esci in
      campagna e prendi per me della selvaggina.
      
      [4] Poi preparami un piatto di mio gusto e portami da mangiare, perché io
      ti benedica prima di morire".
      
      [5] Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò
      dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.
      
      [6] Rebecca disse al figlio Giacobbe: "Ecco, ho sentito tuo padre
      dire a tuo fratello Esaù:
      
      [7] Portami la selvaggina e preparami un piatto, così mangerò e poi ti
      benedirò davanti al Signore prima della morte.
      
      [8] Ora, figlio mio, obbedisci al mio ordine:
      
      [9] Và subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io ne farò
      un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto.
      
      [10] Così tu lo porterai a tuo padre che ne mangerà, perché ti benedica
      prima della sua morte".
      
      [11] Rispose Giacobbe a Rebecca sua madre: "Sai che mio fratello Esaù
      è peloso, mentre io ho la pelle liscia.
      
      [12] Forse mio padre mi palperà e si accorgerà che mi prendo gioco di
      lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una
      benedizione".
      
      [13] Ma sua madre gli disse: "Ricada su di me la tua maledizione,
      figlio mio! Tu obbedisci soltanto e vammi a prendere i capretti".
      
      [14] Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre
      ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre.
      
      [15] Rebecca prese i vestiti migliori del suo figlio maggiore, Esaù, che
      erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore,
      Giacobbe;
      
      [16] con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia
      del collo.
      
      [17] Poi mise in mano al suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva
      preparato.
      
      [18] Così egli venne dal padre e disse: "Padre mio". Rispose:
      "Eccomi; chi sei tu, figlio mio?".
      
      [19] Giacobbe rispose al padre: "Io sono Esaù, il tuo primogento. Ho
      fatto come tu mi hai ordinato. Alzati dunque, siediti e mangia la mia
      selvaggina, perché tu mi benedica".
      
      [20] Isacco disse al figlio: "Come hai fatto presto a trovarla,
      figlio mio!". Rispose: "Il Signore me l'ha fatta capitare
      davanti".
      
      [21] Ma Isacco gli disse: "Avvicinati e lascia che ti palpi, figlio
      mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no".
      
      [22] Giacobbe si avvicinò ad Isacco suo padre, il quale lo tastò e
      disse: "La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia
      di Esaù".
      
      [23] Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le
      braccia di suo fratello Esaù, e perciò lo benedisse.
      
      [24] Gli disse ancora: "Tu sei proprio il mio figlio Esaù?".
      Rispose: "Lo sono".
      
      [25] Allora disse: "Porgimi da mangiare della selvaggina del mio
      figlio, perché io ti benedica". Gliene servì ed egli mangiò, gli
      portò il vino ed egli bevve.
      
      [26] Poi suo padre Isacco gli disse: "Avvicinati e baciami, figlio
      mio!".
      
      [27] Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l'odore degli abiti di
      lui e lo benedisse:
      "Ecco l'odore del mio figlio
      come l'odore di un campo
      che il Signore ha benedetto.
      
      [28] Dio ti conceda rugiada del cielo
      e terre grasse
      e abbondanza di frumento e di mosto.
      
      [29] Ti servano i popoli
      e si prostrino davanti a te le genti.
      Sii il signore dei tuoi fratelli
      e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
      Chi ti maledice sia maledetto
      e chi ti benedice sia benedetto!".
      
      [30] Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era
      allontanato dal padre Isacco, quando arrivò dalla caccia Esaù suo
      fratello.
      
      [31] Anch'egli aveva preparato un piatto, poi lo aveva portato al padre e
      gli aveva detto: "Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo
      figlio, perché tu mi benedica".
      
      [32] Gli disse suo padre Isacco: "Chi sei tu?". Rispose:
      "Io sono il tuo figlio primogenito Esaù".
      
      [33] Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: "Chi
      era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l'ha portata? Io ho
      mangiato di tutto prima che tu venissi, poi l'ho benedetto e benedetto
      resterà".
      [34] Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte,
      amarissime grida. Egli disse a suo padre: "Benedici anche me, padre
      mio!".
      
      [35] Rispose: "È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la tua
      benedizione".
      
      [36] Riprese: "Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già
      due volte? già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la
      mia benedizione!". Poi soggiunse: "Non hai forse riservato
      qualche benedizione per me?".
      
      [37] Isacco rispose e disse a Esaù: "Ecco, io l'ho costituito tuo
      signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l'ho provveduto di
      frumento e di mosto; per te che cosa mai potrò fare, figlio mio?".
      
      [38] Esaù disse al padre: "Hai una sola benedizione padre mio?
      Benedici anche me, padre mio!". Ma Isacco taceva ed Esaù alzò la
      voce e pianse.
      
      [39] Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:
      "Ecco, lungi dalle terre grasse
      sarà la tua sede
      e lungi dalla rugiada del cielo dall'alto.
      
      [40] Vivrai della tua spada
      e servirai tuo fratello;
      ma poi, quando ti riscuoterai,
      spezzerai il suo giogo dal tuo collo".
      
      [41] Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva
      dato. Pensò Esaù: "Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre;
      allora ucciderò mio fratello Giacobbe".
      
      [42] Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore,
      ed essa mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: "Esaù
      tuo fratello vuol vendicarsi di te uccidendoti.
      
      [43] Ebbene, figlio mio, obbedisci alla mia voce: su, fuggi a Carran da
      mio fratello Làbano.
      
      [44] Rimarrai con lui qualche tempo, finché l'ira di tuo fratello si sarà
      placata;
      
      [45] finché si sarà palcata contro di te la collera di tuo fratello e si
      sarà dimenticato di quello che gli hai fatto. Allora io manderò a
      prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un sol
      giorno?".
      
      [46] Poi Rebecca disse a Isacco: "Ho disgusto della mia vita a causa
      di queste donne hittite: se Giacobbe prende moglie tra le hittite come
      queste, tra le figlie del paese, a che mi giova la vita?".