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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              Genesi 37  | 
          
      [1] Giacobbe si stabilì nel paese dove suo padre era stato forestiero,
      nel paese di Cànaan.
      
      [2] Questa è la storia della discendenza di Giacobbe.
      Giuseppe all'età di diciassette anni pascolava il gregge con i fratelli.
      Egli era giovane e stava con i figli di Bila e i figli di Zilpa, mogli di
      suo padre. Ora Giuseppe riferì al loro padre i pettegolezzi sul loro
      conto.
      
      [3] Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il
      figlio avuto in vecchiaia, e gli aveva fatto una tunica dalle lunghe
      maniche.
      
      [4] I suoi fratelli, vedendo che il loro padre amava lui più di tutti i
      suoi figli, lo odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.
      
      [5] Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai fratelli, che lo odiarono
      ancor di più.
      
      [6] Disse dunque loro: "Ascoltate questo sogno che ho fatto.
      
      [7] Noi stavamo legando covoni in mezzo alla campagna, quand'ecco il mio
      covone si alzò e restò diritto e i vostri covoni vennero intorno e si
      prostrarono davanti al mio".
      
      [8] Gli dissero i suoi fratelli: "Vorrai forse regnare su di noi o ci
      vorrai dominare?". Lo odiarono ancora di più a causa dei suoi sogni
      e delle sue parole.
      
      [9] Egli fece ancora un altro sogno e lo narrò al padre e ai fratelli e
      disse: "Ho fatto ancora un sogno, sentite: il sole, la luna e undici
      stelle si prostravano davanti a me".
      
      [10] Lo narrò dunque al padre e ai fratelli e il padre lo rimproverò e
      gli disse: "Che sogno è questo che hai fatto! Dovremo forse venire
      io e tua madre e i tuoi fratelli a prostrarci fino a terra davanti a
      te?".
      
      [11] I suoi fratelli perciò erano invidiosi di lui, ma suo padre tenne in
      mente la cosa.
      
      [12] I suoi fratelli andarono a pascolare il gregge del loro padre a
      Sichem.
      
      [13] Israele disse a Giuseppe: "Sai che i tuoi fratelli sono al
      pascolo a Sichem? Vieni, ti voglio mandare da loro". Gli rispose:
      "Eccomi!".
      
      [14] Gli disse: "Và a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta
      il bestiame, poi torna a riferirmi". Lo fece dunque partire dalla
      valle di Ebron ed egli arrivò a Sichem.
      
      [15] Mentr'egli andava errando per la campagna, lo trovò un uomo, che gli
      domandò: "Che cerchi?".
      
      [16] Rispose: "Cerco i miei fratelli. Indicami dove si trovano a
      pascolare".
      
      [17] Quell'uomo disse: "Hanno tolto le tende di qui, infatti li ho
      sentiti dire: Andiamo a Dotan". Allora Giuseppe andò in cerca dei
      suoi fratelli e li trovò a Dotan.
      
      [18] Essi lo videro da lontano e, prima che giungesse vicino a loro,
      complottarono di farlo morire.
      
      [19] Si dissero l'un l'altro: "Ecco, il sognatore arriva!
      
      [20] Orsù, uccidiamolo e gettiamolo in qualche cisterna! Poi diremo: Una
      bestia feroce l'ha divorato! Così vedremo che ne sarà dei suoi
      sogni!".
      
      [21] Ma Ruben sentì e volle salvarlo dalle loro mani, dicendo: "Non
      togliamogli la vita".
      
      [22] Poi disse loro: "Non versate il sangue, gettatelo in questa
      cisterna che è nel deserto, ma non colpitelo con la vostra mano";
      egli intendeva salvarlo dalle loro mani e ricondurlo a suo padre.
      
      [23] Quando Giuseppe fu arrivato presso i suoi fratelli, essi lo
      spogliarono della sua tunica, quella tunica dalle lunghe maniche ch'egli
      indossava,
      
      [24] poi lo afferrarono e lo gettarono nella cisterna: era una cisterna
      vuota, senz'acqua.
      
      [25] Poi sedettero per prendere cibo. Quando ecco, alzando gli occhi,
      videro arrivare una carovana di Ismaeliti provenienti da Galaad, con i
      cammelli carichi di resina, di balsamo e di laudano, che andavano a
      portare in Egitto.
      
      [26] Allora Giuda disse ai fratelli: "Che guadagno c'è ad uccidere
      il nostro fratello e a nasconderne il sangue?
      
      [27] Su, vendiamolo agli Ismaeliti e la nostra mano non sia contro di lui,
      perché è nostro fratello e nostra carne". I suoi fratelli lo
      ascoltarono.
      
      [28] Passarono alcuni mercanti madianiti; essi tirarono su ed estrassero
      Giuseppe dalla cisterna e per venti sicli d'argento vendettero Giuseppe
      agli Ismaeliti. Così Giuseppe fu condotto in Egitto.
      
      [29] Quando Ruben ritornò alla cisterna, ecco Giuseppe non c'era più.
      Allora si stracciò le vesti,
      
      [30] tornò dai suoi fratelli e disse: "Il ragazzo non c'è più,
      dove andrò io?".
      
      [31] Presero allora la tunica di Giuseppe, scannarono un capro e intinsero
      la tunica nel sangue.
      
      [32] Poi mandarono al padre la tunica dalle lunghe maniche e gliela fecero
      pervenire con queste parole: "L'abbiamo trovata; riscontra se è o no
      la tunica di tuo figlio".
      
      [33] Egli la riconobbe e disse: "È la tunica di mio figlio! Una
      bestia feroce l'ha divorato. Giuseppe è stato sbranato".
      
      [34] Giacobbe si stracciò le vesti, si pose un cilicio attorno ai fianchi
      e fece lutto sul figlio per molti giorni.
      
      [35] Tutti i suoi figli e le sue figlie vennero a consolarlo, ma egli non
      volle essere consolato dicendo: "No, io voglio scendere in lutto dal
      figlio mio nella tomba". E il padre suo lo pianse.
      
      [36] Intanto i Madianiti lo vendettero in Egitto a Potifar, consigliere
      del faraone e comandante delle guardie.