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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              Esodo 18  | 
          
      [1] Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto
      Dio aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, come il Signore
      aveva fatto uscire Israele dall'Egitto.
      
      [2] Allora Ietro prese con sé Zippora, moglie di Mosè, che prima egli
      aveva rimandata,
      
      [3] e insieme i due figli di lei, uno dei quali si chiamava Gherson, perché
      egli aveva detto: "Sono un emigrato in terra straniera",
      
      [4] e l'altro si chiamava Eliezer, perché "Il Dio di mio padre è
      venuto in mio aiuto e mi ha liberato dalla spada del faraone".
      
      [5] Ietro dunque, suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui venne
      da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio.
      
      [6] Egli fece dire a Mosè: "Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo
      da te con tua moglie e i suoi due figli!".
      
      [7] Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò;
      poi si informarono l'uno della salute dell'altro ed entrarono sotto la
      tenda.
      
      [8] Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone e
      agli Egiziani per Israele, tutte le difficoltà loro capitate durante il
      viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati.
      
      [9] Ietro gioì di tutti i benefici che il Signore aveva fatti a Israele,
      quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani.
      
      [10] Disse Ietro: "Benedetto sia il Signore, che vi ha liberati dalla
      mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha strappato questo
      popolo dalla mano dell'Egitto!
      
      [11] Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dei, poiché
      egli ha operato contro gli Egiziani con quelle stesse cose di cui essi si
      vantavano".
      
      [12] Poi Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio.
      Vennero Aronne e tutti gli anziani d'Israele e fecero un banchetto con il
      suocero di Mosè davanti a Dio.
      
      [13] Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo
      si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera.
      
      [14] Allora Ietro, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: "Che
      cos'è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il
      popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?".
      
      [15] Mosè rispose al suocero: "Perché il popolo viene da me per
      consultare Dio.
      
      [16] Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le
      vertenze tra l'uno e l'altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue
      leggi".
      
      [17] Il suocero di Mosè gli disse: "Non va bene quello che fai!
      
      [18] Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il
      compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo.
      
      [19] Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu stà
      davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio.
      
      [20] A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la
      quale devono camminare e le opere che devono compiere.
      
      [21] Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio,
      uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro come
      capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine.
      
      [22] Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà
      una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno
      ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno
      con te.
      
      [23] Se tu fai questa cosa e se Dio te la comanda, potrai resistere e
      anche questo popolo arriverà in pace alla sua mèta".
      
      [24] Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito.
      
      [25] Mosè dunque scelse uomini capaci in tutto Israele e li costituì
      alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di
      cinquantine e capi di decine.
      
      [26] Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari
      difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli
      affari minori.
      
      [27] Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò al suo paese.