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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              Giudici 9  | 
          
      [1] Ora Abimèlech, figlio di Ierub-Baal, andò a
      Sichem dai fratelli di sua madre e disse loro e a tutta la parentela di
      sua madre:
      
      [2] "Dite agli orecchi di tutti i signori di Sichem: È meglio per
      voi che vi governino settanta uomini, tutti i figli di Ierub-Baal, o che
      vi governi un solo uomo? Ricordatevi che io sono del vostro sangue".
      
      [3] I fratelli di sua madre parlarono di lui, ripetendo a tutti i signori
      di Sichem quelle parole e il cuor loro si piegò a favore di Abimèlech,
      perché dicevano: "È nostro fratello".
      
      [4] Gli diedero settanta sicli d'argento che tolsero dal tempio di
      Baal-Berit; con essi Abimèlech assoldò uomini sfaccendati e audaci che
      lo seguirono.
      
      [5] Venne alla casa di suo padre, a Ofra, e uccise sopra una stessa pietra
      i suoi fratelli, figli di Ierub-Baal, settanta uomini. Ma Iotam, figlio
      minore di Ierub-Baal, scampò, perché si era nascosto.
      
      [6] Tutti i signori di Sichem e tutta Bet-Millo si radunarono e andarono a
      proclamare re Abimèlech presso la Quercia della Stele che si trova a
      Sichem.
      
      [7] Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte
      Garizim e, alzando la voce, gridò: "Ascoltatemi, signori di Sichem,
      e Dio ascolterà voi!
      
      [8] Si misero in cammino gli alberi
      per ungere un re su di essi.
      Dissero all'ulivo:
      Regna su di noi.
      
      [9] Rispose loro l'ulivo:
      Rinuncerò al mio olio,
      grazie al quale
      si onorano dei e uomini,
      e andrò ad agitarmi sugli alberi?
      
      [10] Dissero gli alberi al fico:
      Vieni tu, regna su di noi.
      
      [11] Rispose loro il fico:
      Rinuncerò alla mia dolcezza
      e al mio frutto squisito,
      e andrò ad agitarmi sugli alberi?
      
      [12] Dissero gli alberi alla vite:
      Vieni tu, regna su di noi.
      
      [13] Rispose loro la vite:
      Rinuncerò al mio mosto
      che allieta dei e uomini,
      e andrò ad agitarmi sugli alberi?
      
      [14] Dissero tutti gli alberi al rovo:
      Vieni tu, regna su di noi.
      
      [15] Rispose il rovo agli alberi:
      Se in verità ungete
      me re su di voi,
      venite, rifugiatevi alla mia ombra;
      se no, esca un fuoco dal rovo
      e divori i cedri del Libano.
      
      [16] Ora voi non avete agito con lealtà e onestà proclamando re Abimèlech,
      non avete operato bene verso Ierub-Baal e la sua casa, non lo avete
      trattato secondo il merito delle sue azioni...
      
      [17] Perché mio padre ha combattuto per voi, ha esposto al pericolo la
      vita e vi ha liberati dalle mani di Madian.
      
      [18] Voi invece oggi siete insorti contro la casa di mio padre, avete
      ucciso i suoi figli, settanta uomini, sopra una stessa pietra e avete
      proclamato re dei signori di Sichem Abimèlech, figlio della sua schiava,
      perché è vostro fratello.
      
      [19] Se dunque avete operato oggi con sincerità e con integrità verso
      Ierub-Baal e la sua casa, godetevi Abimèlech ed egli si goda voi!
      
      [20] Ma se non è così, esca da Abimèlech un fuoco che divori i signori
      di Sichem e Bet-Millo; esca dai signori di Sichem e da Bet-Millo un fuoco
      che divori Abimèlech!".
      
      [21] Iotam corse via, si mise in salvo e andò a stabilirsi a Beer,
      lontano da Abimèlech suo fratello.
      
      [22] Abimèlech dominò su Israele tre anni.
      
      [23] Poi Dio mandò un cattivo spirito fra Abimèlech e i signori di
      Sichem e i signori di Sichem si ribellarono ad Abimèlech.
      
      [24] Questo avvenne perché la violenza fatta ai settanta figli di
      Ierub-Baal ricevesse il castigo e il loro sangue ricadesse su Abimèlech
      loro fratello, che li aveva uccisi, e sui signori di Sichem, che gli
      avevano dato mano per uccidere i suoi fratelli.
      
      [25] I signori di Sichem posero agguati contro di lui sulla cima dei
      monti, rapinando chiunque passasse vicino alla strada. Abimèlech fu
      informato della cosa.
      
      [26] Poi Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli vennero e si stabilirono
      a Sichem e i signori di Sichem riposero la fiducia in lui.
      
      [27] Usciti nella campagna, vendemmiarono le loro vigne, pigiarono l'uva e
      fecero festa. Poi entrarono nella casa del loro Dio, mangiarono, bevvero e
      maledissero Abimèlech.
      
      [28] Gaal, figlio di Ebed, disse: "Chi è Abimèlech e che è Sichem,
      perché dobbiamo servirlo? Non dovrebbero piuttosto il figlio di
      Ierub-Baal e Zebul, suo luogotenente, servire gli uomini di Camor,
      capostipite di Sichem? Perché dovremmo servirlo noi?
      
      [29] Se avessi in mano questo popolo, io scaccerei Abimèlech e direi:
      Accresci pure il tuo esercito ed esci in campo".
      
      [30] Ora Zebul, governatore della città, udite le parole di Gaal, figlio
      di Ebed, si accese d'ira
      
      [31] e mandò messaggeri ad Abimèlech in Aruma per dirgli: "Ecco
      Gaal, figlio di Ebed, e i suoi fratelli sono venuti a Sichem e sollevano
      la città contro di te.
      
      [32] Alzati dunque di notte con la gente che hai con te e tendi un agguato
      nella campagna.
      
      [33] Domattina, non appena spunterà il sole, ti alzerai e piomberai sulla
      città mentre lui con la sua gente ti uscirà contro: tu gli farai quel
      che troverai opportuno".
      
      [34] Abimèlech e tutta la gente che era con lui si alzarono di notte e
      tesero un agguato contro Sichem, divisi in quattro schiere.
      
      [35] Gaal, figlio di Ebed, uscì e si fermò all'ingresso della porta
      della città; allora Abimèlech uscì dall'agguato con la gente che aveva.
      
      [36] Gaal, vista quella gente, disse a Zebul: "Ecco gente che scende
      dalle cime dei monti". Zebul gli rispose: "Tu vedi l'ombra dei
      monti e la prendi per uomini".
      
      [37] Gaal riprese a parlare e disse: "Ecco gente che scende
      dall'Ombelico della terra e una schiera che giunge per la via della
      Quercia dei Maghi".
      [38] Allora Zebul gli disse: "Dov'è ora la spavalderia di quando
      dicevi: Chi è Abimèlech, perché dobbiamo servirlo? Non è questo il
      popolo che disprezzavi? Ora esci in campo e combatti contro di lui!".
      
      [39] Allora Gaal uscì alla testa dei signori di Sichem e diede battaglia
      ad Abimèlech.
      
      [40] Ma Abimèlech lo inseguì ed egli fuggì dinanzi a lui e molti uomini
      caddero morti fino all'ingresso della porta.
      
      [41] Abimèlech ritornò ad Aruma e Zebul cacciò Gaal e i suoi fratelli,
      che non poterono più rimanere a Sichem.
      
      [42] Il giorno dopo il popolo di Sichem uscì alla campagna e Abimèlech
      ne fu informato.
      
      [43] Egli prese la sua gente, la divise in tre schiere e tese un agguato
      nella campagna: quando vide che il popolo usciva dalla città, si mosse
      contro di essi e li battè.
      
      [44] Abimèlech e la sua gente fecero irruzione e si fermarono
      all'ingresso della porta della città, mentre le altre due schiere si
      gettarono su quelli che erano nella campagna e li colpirono.
      
      [45] Abimèlech combattè contro la città tutto quel giorno, la prese e
      uccise il popolo che vi si trovava; poi distrusse la città e la cosparse
      di sale.
      
      [46] Tutti i signori della torre di Sichem, all'udir questo, entrarono nel
      sotterraneo del tempio di El-Berit.
      
      [47] Fu riferito ad Abimèlech che tutti i signori della torre di Sichem
      si erano adunati.
      
      [48] Allora Abimèlech salì sul monte Zalmon con tutta la gente che aveva
      con sé; prese in mano la scure, tagliò un ramo d'albero, lo sollevò e
      se lo mise in spalla; poi disse alla sua gente: "Quello che mi avete
      visto fare, fatelo presto anche voi!".
      
      [49] Tutti tagliarono ciascuno un ramo e seguirono Abimèlech; posero i
      rami contro il sotterraneo e bruciarono tra le fiamme la sala con quelli
      che vi erano dentro. Così perì tutta la gente della torre di Sichem,
      circa mille persone, fra uomini e donne.
      
      
      
      [50] Poi Abimèlech andò a Tebes, la cinse d'assedio e la prese.
      
      [51] In mezzo alla città c'era una torre fortificata, dove si rifugiarono
      tutti i signori della città, uomini e donne; vi si rinchiusero dentro e
      salirono sul terrazzo della torre.
      
      [52] Abimèlech, giunto alla torre, l'attaccò e si accostò alla porta
      della torre per appiccarvi il fuoco.
      
      [53] Ma una donna gettò giù il pezzo superiore di una macina sulla testa
      di Abimèlech e gli spaccò il cranio.
      
      [54] Egli chiamò in fretta il giovane che gli portava le armi e gli
      disse: "Tira fuori la spada e uccidimi, perché non si dica di me:
      L'ha ucciso una donna!". Il giovane lo trafisse ed egli morì.
      
      [55] Quando gli Israeliti videro che Abimèlech era morto, se ne andarono
      ciascuno a casa sua.
      
      [56] Così Dio fece ricadere sopra Abimèlech il male che egli aveva fatto
      contro suo padre, uccidendo settanta suoi fratelli.
      
      [57] Dio fece anche ricadere sul capo della gente di Sichem tutto il male
      che essa aveva fatto; così si avverò su di loro la maledizione di Iotam,
      figlio di Ierub-Baal.