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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              Giudici 11  | 
          
      [1] Ora Iefte, il Galaadita, era uomo forte e
      valoroso, figlio di una prostituta; lo aveva generato Gàlaad.
      
      [2] Poi la moglie di Gàlaad gli partorì figli e, quando i figli della
      moglie furono adulti, cacciarono Iefte e gli dissero: "Tu non avrai
      eredità nella casa di nostro padre, perché sei figlio di un'altra
      donna".
      
      [3] Iefte fuggì lontano dai suoi fratelli e si stabilì nel paese di Tob.
      Attorno a Iefte si raccolsero alcuni sfaccendati e facevano scorrerie con
      lui.
      
      [4] Qualche tempo dopo gli Ammoniti mossero guerra a Israele.
      
      [5] Quando gli Ammoniti iniziarono la guerra contro Israele, gli anziani
      di Gàlaad andarono a prendere Iefte nel paese di Tob.
      
      [6] Dissero a Iefte: "Vieni, sii nostro condottiero e combatteremo
      contro gli Ammoniti".
      
      [7] Ma Iefte rispose agli anziani di Gàlaad: "Non siete forse voi
      quelli che mi avete odiato e scacciato dalla casa di mio padre? Perché
      venite da me ora che siete in difficoltà?".
      
      [8] Gli anziani di Gàlaad dissero a Iefte: "Proprio per questo ora
      ci rivolgiamo a te: verrai con noi, combatterai contro gli Ammoniti e
      sarai il capo di noi tutti abitanti di Gàlaad".
      
      [9] Iefte rispose agli anziani di Gàlaad: "Se mi riconducete per
      combattere contro gli Ammoniti e il Signore li mette in mio potere, io sarò
      vostro capo".
      
      [10] Gli anziani di Gàlaad dissero a Iefte: "Il Signore sia
      testimone tra di noi, se non faremo come hai detto".
      
      [11] Iefte dunque andò con gli anziani di Gàlaad; il popolo lo costituì
      suo capo e condottiero e Iefte ripetè le sue parole davanti al Signore in
      Mizpa.
      
      
      
      [12] Poi Iefte inviò messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli:
      "Che c'è tra me e te, perché tu venga contro di me a muover guerra
      al mio paese?".
      
      [13] Il re degli Ammoniti rispose ai messaggeri di Iefte: "Perché,
      quando Israele uscì dall'Egitto, si impadronì del mio territorio, dall'Arnon
      fino allo Iabbok e al Giordano; restituiscilo spontaneamente".
      
      [14] Iefte inviò di nuovo messaggeri al re degli Ammoniti per dirgli:
      
      [15] "Dice Iefte: Israele non si impadronì del paese di Moab, né
      del paese degli Ammoniti;
      
      [16] ma, quando Israele uscì dall'Egitto e attraversò il deserto fino al
      Mare Rosso e giunse a Kades,
      
      [17] mandò messaggeri al re di Edom per dirgli: Lasciami passare per il
      tuo paese, ma il re di Edom non acconsentì. Mandò anche al re di Moab,
      nemmeno lui volle e Israele rimase a Kades.
      
      [18] Poi camminò per il deserto, fece il giro del paese di Edom e del
      paese di Moab, giunse a oriente del paese di Moab e si accampò oltre l'Arnon
      senza entrare nei territori di Moab; perché l'Arnon segna il confine di
      Moab.
      
      [19] Allora Israele mandò messaggeri a Sicon, re degli Amorrèi, re di
      Chesbòn, e gli disse: Lasciaci passare dal tuo paese, per arrivare al
      nostro.
      
      [20] Ma Sicon non si fidò che Israele passasse per i suoi confini; anzi
      radunò tutta la sua gente, si accampò a Iaaz e combattè contro Israele.
      
      [21] Il Signore, Dio d'Israele, mise Sicon e tutta la sua gente nelle mani
      d'Israele, che li sconfisse; così Israele conquistò tutto il paese degli
      Amorrèi che abitavano quel territoro;
      
      [22] conquistò tutti i territori degli Amorrèi, dall'Arnon allo Iabbok e
      dal deserto al Giordano.
      
      [23] Ora il Signore, Dio d'Israele, ha scacciato gli Amorrèi davanti a
      Israele suo popolo e tu vorresti possedere il loro paese?
      
      [24] Non possiedi tu quello che Camos tuo dio ti ha fatto possedere? Così
      anche noi possiederemo il paese di quelli che il Signore ha scacciati
      davanti a noi.
      [25] Sei tu forse più di Balak, figlio di Zippor, re di Moab? Mosse forse
      querela ad Israele o gli fece guerra?
      
      [26] Da trecento anni Israele abita a Chesbòn e nelle sue dipendenze, ad
      Aroer e nelle sue dipendenze e in tutte le città lungo l'Arnon; perché
      non gliele avete tolte durante questo tempo?
      
      [27] Io non ti ho fatto torto e tu agisci male verso di me, muovendomi
      guerra; il Signore giudice giudichi oggi tra gli Israeliti e gli
      Ammoniti!".
      [28] Ma il re degli Ammoniti non ascoltò le parole che Iefte gli aveva
      mandato a dire.
      
      [29] Allora lo spirito del Signore venne su Iefte ed egli attraversò Gàlaad
      e Manàsse, passò a Mizpa di Gàlaad e da Mizpa di Gàlaad raggiunse gli
      Ammoniti.
      
      [30] Iefte fece voto al Signore e disse: "Se tu mi metti nelle mani
      gli Ammoniti,
      
      [31] la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi
      incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore
      e io l'offrirò in olocausto".
      
      [32] Quindi Iefte raggiunse gli Ammoniti per combatterli e il Signore
      glieli mise nelle mani.
      
      [33] Egli li sconfisse da Aroer fin verso Minnit, prendendo loro venti
      città, e fino ad Abel-Cheramin. Così gli Ammoniti furono umiliati
      davanti agli Israeliti.
      
      [34] Poi Iefte tornò a Mizpa, verso casa sua; ed ecco uscirgli incontro
      la figlia, con timpani e danze. Era l'unica figlia: non aveva altri figli,
      né altre figlie.
      
      [35] Appena la vide, si stracciò le vesti e disse: "Figlia mia, tu
      mi hai rovinato! Anche tu sei con quelli che mi hanno reso infelice! Io ho
      dato la mia parola al Signore e non posso ritirarmi".
      
      [36] Essa gli disse: "Padre mio, se hai dato parola al Signore, fà
      di me secondo quanto è uscito dalla tua bocca, perché il Signore ti ha
      concesso vendetta sugli Ammoniti, tuoi nemici".
      
      [37] Poi disse al padre: "Mi sia concesso questo: lasciami libera per
      due mesi, perché io vada errando per i monti a piangere la mia verginità
      con le mie compagne".
      
      [38] Egli le rispose: "Và!", e la lasciò andare per due mesi.
      Essa se ne andò con le compagne e pianse sui monti la sua verginità.
      
      [39] Alla fine dei due mesi tornò dal padre ed egli fece di lei quello
      che aveva promesso con voto. Essa non aveva conosciuto uomo; di qui venne
      in Israele questa usanza:
      
      [40] ogni anno le fanciulle d'Israele vanno a piangere la figlia di Iefte
      il Galaadita, per quattro giorni.