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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              Giudici 18  | 
          
      [1] In quel tempo non c'era un re in Israele e la
      tribù dei Daniti cercava un territorio per stabilirvisi, perché fino a
      quei giorni non le era toccata nessuna eredità fra le tribù d'Israele.
      
      [2] I figli di Dan mandarono dunque da Zorea e da Estaol cinque uomini
      della loro tribù, uomini di valore, per visitare ed esplorare il paese;
      dissero loro: "Andate ad esplorare il Paese!". Quelli giunsero
      sulle montagne di Efraim fino alla casa di Mica e passarono la notte in
      quel luogo.
      
      [3] Mentre erano presso la casa di Mica, riconobbero la voce del giovane
      levita; avvicinatisi, gli chiesero: "Chi ti ha condotto qua? Che fai
      in questo luogo? Che hai tu qui?".
      
      [4] Rispose loro: "Mica mi ha fatto così e così, mi dà un salario
      e io gli faccio da sacerdote".
      
      [5] Gli dissero: "Consulta Dio, perché possiamo sapere se il viaggio
      che abbiamo intrapreso avrà buon esito".
      
      [6] Il sacerdote rispose loro: "Andate in pace, il viaggio che fate
      è sotto lo sguardo del Signore".
      
      [7] I cinque uomini continuarono il viaggio e arrivarono a Lais e videro
      che il popolo, che vi abitava, viveva in sicurezza secondo i costumi di
      quelli di Sidòne, tranquillo e fidente; non c'era nel paese chi,
      usurpando il potere, facesse qualcosa di offensivo; erano lontani da
      quelli di Sidòne e non avevano relazione con nessuno.
      
      [8] Poi tornarono ai loro fratelli a Zorea e a Estaol e i fratelli
      chiesero loro: "Che notizie portate?".
      
      [9] Quelli risposero: "Alziamoci e andiamo contro quella gente, poiché
      abbiamo visto il paese ed è ottimo. E voi rimanete inattivi? Non
      indugiate a partire per andare a prendere in possesso il paese.
      
      [10] Quando arriverete là, troverete un popolo che non sospetta di nulla.
      Il paese è vasto e Dio ve lo ha messo nelle mani; è un luogo dove non
      manca nulla di ciò che è sulla terra".
      
      [11] Allora seicento uomini della tribù dei Daniti partirono da Zorea e
      da Estaol, ben armati.
      
      [12] Andarono e si accamparono a Kiriat-Iearim, in Giuda; perciò il
      luogo, che è a occidente di Kiriat-Iearim, fu chiamato e si chiama fino
      ad oggi l'accampamento di Dan.
      
      [13] Di là passarono sulle montagne di Efraim e giunsero alla casa di
      Mica.
      
      [14] I cinque uomini che erano andati a esplorare il paese di Lais dissero
      ai loro fratelli: "Sapete che in queste case c'è un efod, ci sono i
      terafim, una statua scolpita e una statua di getto? Sappiate ora quello
      che dovete fare".
      
      [15] Quelli si diressero da quella parte, giunsero alla casa del giovane
      levita, cioè alla casa di Mica, e lo salutarono.
      
      [16] Mentre i seicento uomini dei Daniti, muniti delle loro armi, stavano
      davanti alla porta,
      
      [17] e i cinque uomini che erano andati a esplorare il paese vennero,
      entrarono in casa, presero la statua scolpita, l'efod, i terafim e la
      statua di getto. Intanto il sacerdote stava davanti alla porta con i
      seicento uomini armati.
      
      [18] Quando, entrati in casa di Mica, ebbero preso la statua scolpita,
      l'efod, i terafim e la statua di getto, il sacerdote disse loro: "Che
      fate?".
      
      [19] Quelli gli risposero: "Taci, mettiti la mano sulla bocca, vieni
      con noi e sarai per noi padre e sacerdote. Che cosa è meglio per te,
      essere sacerdote della casa di un uomo solo oppure essere sacerdote di una
      tribù e di una famiglia in Israele?".
      
      [20] Il sacerdote gioì in cuor suo; prese l'efod, i terafim e la statua
      scolpita e si unì a quella gente.
      
      [21] Allora si rimisero in cammino, mettendo innanzi a loro i bambini, il
      bestiame e le masserizie.
      
      [22] Quando erano già lontani dalla casa di Mica, i suoi vicini si misero
      in armi e raggiunsero i Daniti.
      
      [23] Allora gridarono ai Daniti. Questi si voltarono e dissero a Mica:
      "Perché ti sei messo in armi?".
      
      [24] Egli rispose: "Avete portato via gli dei che mi ero fatti e il
      sacerdote e ve ne siete andati. Ora che mi resta? Come potete dunque
      dirmi: Che hai?".
      
      [25] I Daniti gli dissero: "Non si senta la tua voce dietro a noi,
      perché uomini irritati potrebbero scagliarsi su di voi e tu ci perderesti
      la vita e la vita di quelli della tua casa!".
      
      [26] I Daniti continuarono il viaggio; Mica, vedendo che essi erano più
      forti di lui, si voltò indietro e tornò a casa.
      
      [27] Quelli dunque, presi con sé gli oggetti che Mica aveva fatti e il
      sacerdote che aveva al suo servizio, giunsero a Lais, a un popolo che se
      ne stava tranquillo e sicuro; lo passarono a fil di spada e diedero la
      città alle fiamme.
      
      [28] Nessuno le prestò aiuto, perché era lontana da Sidòne e i suoi
      abitanti non avevano relazioni con altra gente. Essa era nella valle che
      si estende verso Bet-Recob.
      
      [29] Poi i Daniti ricostruirono la città e l'abitarono. La chiamarono Dan
      dal nome di Dan loro padre, che era nato da Israele; ma prima la città si
      chiamava Lais.
      
      [30] E i Daniti eressero per loro uso la statua scolpita; Giònata, figlio
      di Ghersom, figlio di Manàsse, e i suoi figli furono sacerdoti della tribù
      dei Daniti finché gli abitanti del paese furono deportati.
      
      [31] Essi misero in onore per proprio uso la statua scolpita, che Mica
      aveva fatta, finché la casa di Dio rimase a Silo.