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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              2 Samuele 14  | 
          
      [1] Ioab figlio di Zeruià si accorse che il cuore
      del re era contro Assalonne.
      
      [2] Allora mandò a chiamare a Tekòa e fece venire una donna saggia e le
      disse: "Fingi di essere in lutto: mettiti una veste da lutto, non ti
      ungere con olio e compòrtati da donna che pianga da molto tempo un morto;
      
      [3] poi entra presso il re e parlagli così e così". Ioab le mise in
      bocca le parole da dire.
      
      [4] La donna di Tekòa andò dunque dal re, si gettò con la faccia a
      terra, si prostrò e disse: "Aiuto, o re!".
      
      [5] Il re le disse: "Che hai?". Rispose: "Ahimè! Io sono
      una vedova; mio marito è morto.
      
      [6] La tua schiava aveva due figli, ma i due vennero tra di loro a contesa
      in campagna e nessuno li separava; così uno colpì l'altro e l'uccise.
      
      [7] Ed ecco tutta la famiglia è insorta contro la tua schiava dicendo:
      consegnaci l'uccisore del fratello, perché lo facciamo morire per
      vendicare il fratello che egli ha ucciso. Elimineranno così anche l'erede
      e spegneranno l'ultima bracia che mi è rimasta e non lasceranno a mio
      marito né nome, né discendenza sulla terra".
      
      [8] Il re disse alla donna: "Và pure a casa: io darò ordini a tuo
      riguardo".
      
      [9] La donna di Tekòa disse al re: "Re mio signore, la colpa cada su
      di me e sulla casa di mio padre, ma il re e il suo trono sono
      innocenti".
      
      [10] E il re: "Se qualcuno parla contro di te, conducilo da me e
      vedrai che non ti molesterà più".
      
      [11] Riprese: "Il re pronunzi il nome del Signore suo Dio perché il
      vendicatore del sangue non aumenti la disgrazia e non mi sopprimano il
      figlio". Egli rispose: "Per la vita del Signore, non cadrà a
      terra un capello di tuo figlio!".
      
      [12] Allora la donna disse: "La tua schiava possa dire una parola al
      re mio signore!". Egli rispose: "Parla".
      
      [13] Riprese la donna: "Allora perché pensi così contro il popolo
      di Dio? Intanto il re, pronunziando questa sentenza si è come dichiarato
      colpevole, per il fatto che il re non fa ritornare colui che ha bandito.
      
      [14] Noi dobbiamo morire e siamo come acqua versata in terra, che non si
      può più raccogliere, e Dio non ridà la vita. Il re pensi qualche piano
      perché il proscritto non sia più bandito lontano da lui.
      
      [15] Ora, se io sono venuta a parlare così al re mio signore, è perché
      la gente mi ha fatto paura e la tua schiava ha detto: Voglio parlare al
      re; forse il re farà quanto gli dirà la sua schiava;
      
      [16] il re ascolterà la sua schiava e la libererà dalle mani di quelli
      che cercano di sopprimere me e mio figlio dalla eredità di Dio".
      
      [17] La donna concluse: "La parola del re mio signore conceda la
      calma. Perché il re mio signore è come un angelo di Dio per distinguere
      il bene e il male. Il Signore tuo Dio sia con te!".
      
      [18] Il re rispose e disse alla donna: "Non tenermi nascosto nulla di
      quello che io ti domanderò". La donna disse: "Parli pure il re
      mio signore".
      
      [19] Disse il re: "La mano di Ioab non è forse con te in tutto
      questo?". La donna rispose: "Per la tua vita, o re mio signore,
      non si può andare né a destra né a sinistra di quanto ha detto il re
      mio signore! Proprio il tuo servo Ioab mi ha dato questi ordini e ha messo
      tutte queste parole in bocca alla tua schiava.
      
      [20] Per dare alla cosa un'altra faccia, il tuo servo Ioab ha agito così;
      ma il mio signore ha la saggezza di un angelo di Dio e sa quanto avviene
      sulla terra".
      
      [21] Allora il re disse a Ioab: "Ecco, voglio fare quello che hai
      chiesto; và dunque e fà tornare il giovane Assalonne".
      
      [22] Ioab si gettò con la faccia a terra, si prostrò, benedisse il re e
      disse: "Oggi il tuo servo sa di aver trovato grazia ai tuoi occhi, re
      mio signore, poiché il re ha fatto quello che il suo servo gli ha
      chiesto".
      
      [23] Ioab dunque si alzò, andò a Ghesùr e condusse Assalonne a
      Gerusalemme.
      
      [24] Ma il re disse: "Si ritiri in casa e non veda la mia
      faccia". Così Assalonne si ritirò in casa e non vide la faccia del
      re.
      
      
      [25] Ora in tutto Israele non vi era uomo che fosse tanto lodato per la
      sua bellezza quanto Assalonne; dalle piante dei piedi alla cima del capo,
      non vi era in lui un difetto alcuno.
      
      [26] Quando si faceva tagliare i capelli, e se li faceva tagliare ogni
      anno perché la capigliatura gli pesava troppo, egli pesava i suoi capelli
      e il peso era di duecento sicli a peso del re.
      
      [27] Ad Assalonne nacquero tre figli e una figlia chiamata Tamàr, che era
      donna di bell'aspetto.
      
      
      [28] Assalonne abitò in Gerusalemme due anni, senza vedere la faccia del
      re.
      
      [29] Poi Assalonne convocò Ioab per mandarlo dal re; ma egli non volle
      andare da lui; lo convocò una seconda volta, ma Ioab non volle andare.
      
      [30] Allora Assalonne disse ai suoi servi: "Vedete, il campo di Ioab
      è vicino al mio e vi è l'orzo; andate ed appiccatevi il fuoco!". I
      servi di Assalonne appiccarono il fuoco al campo.
      
      [31] Allora Ioab si alzò, andò a casa di Assalonne e gli disse:
      "Perché i tuoi servi hanno dato fuoco al mio campo?".
      
      [32] Assalonne rispose a Ioab: "Io ti avevo mandato a dire: Vieni
      qui, voglio mandarti a dire al re: Perché sono tornato da Ghesùr?
      Sarebbe meglio per me se fossi rimasto là. Ora voglio vedere la faccia
      del re e, se vi è in me colpa, mi faccia morire!".
      
      [33] Ioab allora andò dal re e gli riferì la cosa. Il re fece chiamare
      Assalonne, il quale venne e si prostrò con la faccia a terra davanti a
      lui; il re baciò Assalonne.