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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              2 Samuele 16  | 
          
      [1] Davide aveva di poco superato la cima del monte,
      quando ecco Zibà, servo di Merib-Bàal, gli si fece incontro con un paio
      di asini sellati e carichi di duecento pani, cento grappoli di uva secca,
      cento frutti d'estate e un otre di vino.
      
      [2] Il re disse a Zibà: "Che vuoi fare di queste cose?". Zibà
      rispose: "Gli asini serviranno di cavalcatura alla reggia, i pani e i
      frutti d'estate sono per sfamare i giovani, il vino per dissetare quelli
      che saranno stanchi nel deserto".
      
      [3] Il re disse: "Dov'è il figlio del tuo signore?". Zibà
      rispose al re: "Ecco, è rimasto a Gerusalemme perché ha detto: Oggi
      la casa di Israele mi renderà il regno di mio padre".
      
      [4] Il re disse a Zibà: "Quanto appartiene a Merib-Bàal è
      tuo". Zibà rispose: "Mi prostro! Possa io trovar grazia ai tuoi
      occhi, re mio signore!".
      
      [5] Quando poi il re Davide fu giunto a Bacurìm, ecco uscire di là un
      uomo della stessa famiglia della casa di Saul, chiamato Simeì, figlio di
      Ghera. Egli usciva imprecando
      
      [6] e gettava sassi contro Davide e contro tutti i ministri del re Davide,
      mentre tutto il popolo e tutti i prodi stavano alla destra e alla sinistra
      del re.
      
      [7] Simeì, maledicendo Davide, diceva: "Vattene, vattene,
      sanguinario, scellerato!
      
      [8] Il Signore ha fatto ricadere sul tuo capo tutto il sangue della casa
      di Saul, al posto del quale regni; il Signore ha messo il regno nelle mani
      di Assalonne tuo figlio ed eccoti nella sventura che hai meritato, perché
      sei un sanguinario".
      
      [9] Allora Abisài figlio di Zeruià disse al re: "Perché questo
      cane morto dovrà maledire il re mio signore? Lascia che io vada e gli
      tagli la testa!".
      
      [10] Ma il re rispose: "Che ho io in comune con voi, figli di Zeruià?
      Se maledice, è perché il Signore gli ha detto: Maledici Davide! E chi
      potrà dire: Perché fai così?".
      
      [11] Poi Davide disse ad Abisài e a tutti i suoi ministri: "Ecco, il
      figlio uscito dalle mie viscere cerca di togliermi la vita: Quanto più
      ora questo Beniaminita! Lasciate che maledica, poiché glielo ha ordinato
      il Signore.
      
      [12] Forse il Signore guarderà la mia afflizione e mi renderà il bene in
      cambio della maledizione di oggi".
      
      [13] Davide e la sua gente continuarono il cammino e Simeì camminava sul
      fianco del monte, parallelamente a Davide, e, cammin facendo, imprecava
      contro di lui, gli tirava sassi e gli lanciava polvere.
      
      [14] Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono stanchi presso il
      Giordano e là ripresero fiato.
      
      [15] Intanto Assalonne con tutti gli Israeliti era entrato in Gerusalemme
      e Achitòfel era con lui.
      
      [16] Quando Cusài l'Archita, l'amico di Davide, fu giunto presso
      Assalonne gli disse: "Viva il re! Viva il re!".
      
      [17] Assalonne disse a Cusài: "Questa è la fedeltà che hai per il
      tuo amico? Perché non sei andato con il tuo amico?".
      
      [18] Cusài rispose ad Assalonne: "No, io sarò per colui che il
      Signore e questo popolo e tutti gli Israeliti hanno scelto e con lui
      rimarrò.
      
      [19] E poi di chi sarò schiavo? Non lo sarò forse di suo figlio? Come ho
      servito tuo padre, così servirò te".
      
      
      [20] Allora Assalonne disse ad Achitòfel: "Consultatevi su quello
      che dobbiamo fare".
      
      [21] Achitòfel rispose ad Assalonne: "Entra dalle concubine che tuo
      padre ha lasciate a custodia della casa; tutto Israele saprà che ti sei
      reso odioso a tuo padre e sarà rafforzato il coraggio di tutti i
      tuoi".
      
      [22] Fu dunque piantata una tenda sulla terrazza per Assalonne e Assalonne
      entrò dalle concubine del padre, alla vista di tutto Israele.
      
      [23] In quei giorni un consiglio dato da Achitòfel era come una parola
      data da Dio a chi lo consulta. Così era di tutti i consigli di Achitòfel
      per Davide e per Assalonne.