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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              2 Samuele 18  | 
          
      [1] Davide passò in rassegna la sua gente e costituì
      capi di migliaia e capi di centinaia per comandarla.
      
      [2] Divise la gente in tre corpi: un terzo sotto il comando di Ioab, un
      terzo sotto il comando di Abisài figlio di Zeruià, fratello di Ioab, e
      un terzo sotto il comando di Ittài di Gat. Poi il re disse al popolo:
      "Voglio uscire anch'io con voi!".
      
      [3] Ma il popolo rispose: "Tu non devi uscire, perché se noi fossimo
      messi in fuga, non si farebbe alcun caso di noi; quand'anche perisse la
      metà di noi, non se ne farebbe alcun caso, ma tu conti per diecimila di
      noi; è meglio che ti tenga pronto a darci aiuto dalla città".
      
      [4] Il re rispose loro: "Farò quello che vi sembra bene". Il re
      si fermò al fianco della porta, mentre tutto l'esercito usciva a schiere
      di cento e di mille uomini.
      
      [5] Il re ordinò a Ioab, ad Abisài e ad Ittài: "Trattatemi con
      riguardo il giovane Assalonne!". E tutto il popolo udì quanto il re
      ordinò a tutti i capi nei riguardi di Assalonne.
      
      [6] L'esercito uscì in campo contro Israele e la battaglia ebbe luogo
      nella foresta di Efraim.
      
      [7] La gente d'Israele fu in quel luogo sconfitta dai servi di Davide; la
      strage fu grande: in quel giorno caddero ventimila uomini.
      
      [8] La battaglia si estese su tutta la contrada e la foresta divorò in
      quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorato la spada.
      
      [9] Ora Assalonne s'imbattè nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il
      mulo; il mulo entrò sotto i rami di un grande terebinto e la testa di
      Assalonne rimase impigliata nel terebinto e così egli restò sospeso fra
      cielo e terra; mentre il mulo che era sotto di lui passava oltre.
      
      [10] Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: "Ho visto Assalonne
      appeso a un terebinto".
      
      [11] Ioab rispose all'uomo che gli portava la notizia: "Dunque, l'hai
      visto? E perché non l'hai tu, sul posto, steso al suolo? Io non avrei
      mancato di darti dieci sicli d'argento e una cintura".
      
      [12] Ma quell'uomo disse a Ioab: "Quand'anche mi fossero messi in
      mano mille sicli d'argento, io non stenderei la mano sul figlio del re;
      perché con i nostri orecchi abbiamo udito l'ordine che il re ha dato a
      te, ad Abisài e a Ittài: Salvatemi il giovane Assalonne!
      
      [13] Se io avessi commesso di mia testa una perfidia, poiché nulla rimane
      nascosto al re, tu stesso saresti sorto contro di me".
      
      [14] Allora Ioab disse: "Io non voglio perdere così il tempo con
      te". Prese in mano tre dardi e li immerse nel cuore di Assalonne, che
      era ancora vivo nel folto del terebinto.
      
      [15] Poi dieci giovani scudieri di Ioab circondarono Assalonne, lo
      colpirono e lo finirono.
      
      [16] Allora Ioab suonò la tromba e il popolo cessò di inseguire Israele,
      perché Ioab aveva trattenuto il popolo.
      
      [17] Poi presero Assalonne, lo gettarono in una grande fossa nella foresta
      ed elevarono sopra di lui un enorme mucchio di pietre. Tutto Israele era
      fuggito ciascuno nella sua tenda.
      
      [18] Ora Assalonne mentre era in vita, si era eretta la stele che è nella
      Valle del re; perché diceva: "Io non ho un figlio che conservi il
      ricordo del mio nome"; chiamò quella stele con il suo nome e la si
      chiamò di Assalonne fino ad oggi.
      
      [19] Achimaaz figlio di Zadòk disse a Ioab: "Correrò a portare al
      re la notizia che il Signore gli ha fatto giustizia contro i suoi
      nemici".
      
      [20] Ioab gli rispose: "Oggi tu non sarai l'uomo della buona notizia,
      la porterai un altro giorno; non porterai oggi la bella notizia perché il
      figlio del re è morto".
      
      [21] Poi Ioab disse all'Etiope: "Và e riferisci al re quello che hai
      visto". L'Etiope si prostrò a Ioab e corse via.
      
      [22] Achimaaz, figlio di Zadòk, disse di nuovo a Ioab: "Qualunque
      cosa avvenga, lasciami correre dietro all'Etiope". Ioab gli disse:
      "Ma perché correre, figlio mio? La buona notizia non ti porterà
      nulla di buono".
      
      [23] E l'altro: "Qualunque cosa avvenga, voglio correre". Ioab
      gli disse: "Corri!". Allora Achimaaz prese la corsa per la
      strada della valle e oltrepassò l'Etiope.
      
      [24] Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto
      della porta dal lato del muro; alzò gli occhi, guardò ed ecco un uomo
      correre tutto solo.
      
      [25] La sentinella gridò e avvertì il re. Il re disse: "Se è solo,
      porta una buona notizia". Quegli andava avvicinandosi sempre più.
      
      [26] Poi la sentinella vide un altro uomo che correva e gridò al
      guardiano: "Ecco un altro uomo correre tutto solo!". E il re:
      "Anche questo porta una buona notizia".
      
      [27] La sentinella disse: "Il modo di correre del primo mi pare
      quello di Achimaaz, figlio di Zadòk". E il re disse: "È un
      uomo dabbene: viene certo per una lieta notizia!".
      
      [28] Achimaaz gridò al re: "Pace!". Prostratosi dinanzi al re
      con la faccia a terra, disse: "Benedetto sia il Signore tuo Dio che
      ha messo in tuo potere gli uomini che avevano alzato le mani contro il re
      mio signore!".
      
      [29] Il re disse: "Il giovane Assalonne sta bene?". Achimaàz
      rispose: "Quando Ioab mandava il servo del re e me tuo servo, io vidi
      un gran tumulto, ma non so di che cosa si trattasse".
      
      [30] Il re gli disse: "Mettiti là, da parte". Quegli si mise da
      parte e aspettò.
      
      [31] Ed ecco arrivare l'Etiope che disse: "Buone notizie per il re
      mio signore! Il Signore ti ha reso oggi giustizia, liberandoti dalle mani
      di quanti erano insorti contro di te".
      
      [32] Il re disse all'Etiope: "Il giovane Assalonne sta bene?".
      L'Etiope rispose: "Diventino come quel giovane i nemici del re mio
      signore e quanti insorgono contro di te per farti il male!".