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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              2 Samuele 23  | 
          
      [1] Queste sono le ultime parole di Davide:
      "Oracolo di Davide, figlio di Iesse,
      oracolo dell'uomo che l'Altissimo ha innalzato,
      del consacrato del Dio di Giacobbe,
      del soave cantore d'Israele.
      
      [2] Lo spirito del Signore parla in me,
      la sua parola è sulla mia lingua;
      
      [3] il Dio di Giacobbe ha parlato,
      la rupe d'Israele mi ha detto:
      Chi governa gli uomini ed è giusto,
      chi governa con timore di Dio,
      
      [4] è come la luce del mattino
      al sorgere del sole,
      in un mattino senza nubi,
      che fa scintillare dopo la pioggia
      i germogli della terra.
      
      [5] Così è stabile la mia casa davanti a Dio,
      perché ha stabilito con me un'alleanza eterna,
      in tutto regolata e garantita.
      Non farà dunque germogliare quanto mi salva
      e quanto mi diletta?
      
      [6] Ma gli scellerati sono come spine,
      che si buttano via a fasci
      e non si prendono con la mano;
      
      [7] chi le tocca usa un ferro o un'asta di lancia
      e si bruciano al completo nel fuoco".
      
      [8] Questi sono i nomi dei prodi di Davide: Is-Bàal il Cacmonita, capo
      dei Tre. Egli impugnò la lancia contro ottocento uomini e li trafisse in
      un solo scontro.
      
      [9] Dopo di lui veniva Eleàzaro figlio di Dodò l'Acochita, uno dei tre
      prodi che erano con Davide, quando sfidarono i Filistei schierati in
      battaglia, mentre gli Israeliti si ritiravano sulle alture.
      
      [10] Egli si alzò, percosse i Filistei, finché la sua mano, sfinita,
      rimase attaccata alla spada. Il Signore concesse in quel giorno una grande
      vittoria e il popolo seguì Eleàzaro soltanto per spogliare i cadaveri.
      
      [11] Dopo di lui veniva Sammà figlio di Aghè, l'Ararita. I Filistei
      erano radunati a Lechì; in quel luogo vi era un campo pieno di
      lenticchie: mentre il popolo fuggiva dinanzi ai Filistei,
      
      [12] Sammà si piantò in mezzo al campo, lo difese e sconfisse i
      Filistei. E il Signore concesse una grande vittoria.
      
      [13] Tre dei Trenta scesero al tempo della mietitura e vennero da Davide
      nella caverna di Adullàm, mentre una schiera di Filistei era accampata
      nella valle dei Rèfaim.
      
      [14] Davide era allora nella fortezza e c'era un appostamento di Filistei
      a Betlemme.
      
      [15] Davide espresse un desiderio e disse: "Se qualcuno mi desse da
      bere l'acqua del pozzo che è vicino alla porta di Betlemme!".
      
      [16] I tre prodi si aprirono un varco attraverso il campo filisteo,
      attinsero l'acqua dal pozzo di Betlemme, vicino alla porta, la presero e
      la presentarono a Davide; il quale però non ne volle bere, ma la sparse
      davanti al Signore,
      
      [17] dicendo: "Lungi da me, Signore, il fare tal cosa! È il sangue
      di questi uomini, che sono andati là a rischio della loro vita!".
      Non la volle bere. Questo fecero quei tre prodi.
      
      [18] Abisài, fratello di Ioab, figlio di Zeruià, fu il capo dei Trenta.
      Egli impugnò la lancia contro trecento uomini e li trafisse; si acquistò
      fama fra i trenta.
      
      [19] Fu il più glorioso dei Trenta e perciò fu fatto loro capo, ma non
      giunse alla pari dei Tre.
      
      [20] Poi veniva Benaià, figlio di Ioiadà, uomo valoroso, celebre per le
      sue prodezze, oriundo da Cabseèl. Egli uccise i due figli di Arièl, di
      Moab. Scese anche in mezzo a una cisterna, dove uccise un leone, in un
      giorno di neve.
      
      [21] Uccise anche un Egiziano, uomo d'alta statura, che teneva una lancia
      in mano; Benaià gli scese contro con un bastone, strappò di mano
      all'Egiziano la lancia e lo uccise con la lancia di lui.
      
      [22] Questo fece Benaià figlio di Ioiadà, e si acquistò fama tra i
      trenta prodi.
      
      [23] Fu il più illustre dei Trenta, ma non giunse alla pari dei Tre.
      Davide lo ammise nel suo consiglio.
      
      [24] Poi vi erano Asaèl fratello di Ioab, uno dei Trenta; Elcanàn figlio
      di Dodò, di Betlemme.
      
      [25] Sammà di Caròd; Elikà di Caròd;
      
      [26] Cèles di Pelèt; Ira figlio di Ikkès, di Tekòa;
      
      [27] Abièzer di Anatot; Mebunnài di Cusà;
      
      [28] Zalmòn di Acòach; Maharai di Netofà;
      
      [29] Chèleb figlio di Baanà, di Netofà; Ittài figlio di Ribài, di Gàbaa
      di Beniamino; Benaià di Piratòn;
      
      [30] Iddài di Nahale-Gaàs;
      
      [31] Abi-Albòn di Arbàt; Azmàvet di Bacurìm;
      
      [32] Eliacbà di Saalbòn; Iasèn di Gun;
      
      [33] Giònata figlio di Sammà, di Aràr; Achiàm figlio di Saràr, di Afàr;
      
      [34] Elifèlet figlio di Acasbài, il Maacatita; Eliàm figlio di Achitòfel,
      di Ghilo;
      
      [35] Chesrài del Carmelo; Paarài di Aràb;
      
      [36] Igàl figlio di Natàn, da Zobà; Banì di Gad;
      
      [37] Zèlek l'Ammonita; Nacrai da Beeròt, scudiero di Ioab, figlio di
      Zeruià;
      
      [38] Irà di Ièter; Garèb di Ièter;
      
      [39] Uria l'Hittita. In tutto trentasette.