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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              1 RE 2  | 
          
      [1] Sentendo avvicinarsi il giorno della sua morte,
      Davide fece queste raccomandazioni al figlio Salomone:
      
      [2] "Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra. Tu sii
      forte e mostrati uomo.
      
      [3] Osserva la legge del Signore tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed
      eseguendo i suoi statuti, i suoi comandi, i suoi decreti e le sue
      prescrizioni, come sta scritto nella legge di Mosè, perché tu riesca in
      ogni tua impresa e in ogni tuo progetto,
      
      [4] perché il Signore attui la promessa che mi ha fatto quando ha detto:
      Se i tuoi figli nella loro condotta si cureranno di camminare davanti a me
      con lealtà, con tutto il cuore e con tutta l'anima, sul trono d'Israele
      siederà sempre uno dei tuoi discendenti.
      
      [5] Anche tu sai quel che ha fatto a me Ioab, figlio di Zeruià, cioè
      come egli ha trattato i due capi dell'esercito di Israele, Abner figlio di
      Ner e Amasà figlio di Ieter, come li ha uccisi spargendo in tempo di pace
      il sangue, come si fa in guerra, e macchiando di sangue innocente la
      cintura dei suoi fianchi e i sandali dei suoi piedi.
      
      [6] Tu agirai con saggezza, ma non permetterai che la sua vecchiaia scenda
      in pace agli inferi.
      
      [7] Agirai con bontà verso i figli di Barzillài il Galaadita, che
      mangeranno alla tua tavola, perché mi hanno assistito mentre fuggivo da
      Assalonne tuo fratello.
      
      [8] Tu hai accanto a te anche Simèi figlio di Ghera, Beniaminita, di
      Bacurìm; egli mi maledisse con una maledizione terribile quando fuggivo
      verso Macanàim. Ma mi venne incontro al Giordano e gli giurai per il
      Signore: Non ti farò morire di spada.
      
      [9] Ora non lasciare impunito il suo peccato. Sei saggio e sai come
      trattarlo. Farai scendere la sua canizie agli inferi con morte
      violenta".
      
      [10] Davide si addormentò con i suoi padri e fu sepolto nella città di
      Davide.
      
      [11] La durata del regno di Davide su Israele fu di quaranta anni: sette
      in Ebron e trentatré in Gerusalemme.
      
      [12] Salomone sedette sul trono di Davide suo padre e il suo regno si
      consolidò molto.
      
      [13] Adonia figlio di Agghìt si recò da Betsabea, madre di Salomone, che
      gli chiese: "Vieni con intenzioni pacifiche?".
      "Pacifiche", rispose quello,
      
      [14] e soggiunse: "Ho da dirti una cosa". E quella:
      "Parla!".
      
      [15] Egli disse: "Tu sai che il regno spettava a me e che tutti gli
      Israeliti si attendevano che io regnassi. Eppure il regno mi è sfuggito
      ed è passato a mio fratello, perché gli era stato decretato dal Signore.
      
      [16] Ora ti rivolgo una domanda; non respingermi". Ed essa:
      "Parla!".
      
      [17] Adonia disse: "Dì al re Salomone - il quale nulla ti può
      negare - che mi conceda in moglie Abisag la Sunammita".
      
      [18] Betsabea rispose: "Bene! Parlerò in tuo favore al re".
      
      [19] Betsabea si presentò al re Salomone per parlargli in favore di
      Adonia. Il re si alzò per andarle incontro, si prostrò davanti a lei,
      quindi sedette sul trono, facendo collocare un trono per la madre del re.
      Questa gli sedette alla destra
      
      [20] e disse: "Ho una piccola grazia da chiederti; non me la
      negare". Il re le rispose: "Chiedi, madre mia, non ti respingerò".
      
      [21] E quella: "Si conceda Abisag la Sunammita in moglie ad Adonia
      tuo fratello".
      
      [22] Il re Salomone rispose alla madre: "Perché tu mi chiedi Abisag
      la Sunammita per Adonia? Chiedi anche il regno per lui, poiché egli è
      mio fratello maggiore e per lui parteggiano il sacerdote Ebiatàr e Ioab
      figlio di Zeruià".
      
      [23] Il re Salomone giurò per il Signore: "Dio mi faccia questo e
      altro mi aggiunga, se non è vero che Adonia ha manifestato quest'idea a
      danno della propria vita.
      
      [24] Ebbene, per la vita del Signore che mi ha reso saldo, mi ha fatto
      sedere sul trono di Davide mio padre e mi ha concesso una casa come aveva
      promesso, oggi stesso Adonia verrà ucciso".
      
      [25] Il re Salomone ordinò a Benaià figlio di Ioiadà, di ucciderlo; così
      morì Adonia.
      
      [26] Al sacerdote Ebiatàr il re ordinò: "Vattene in Anatòt, nella
      tua campagna. Meriteresti la morte, ma oggi non ti faccio morire perché
      tu hai portato l'arca del Signore davanti a Davide mio padre e perché hai
      partecipato a tutte le traversie di mio padre".
      
      [27] Così Salomone escluse Ebiatàr dal sacerdozio del Signore,
      adempiendo la parola che il Signore aveva pronunziata in Silo riguardo
      alla casa di Eli.
      
      [28] Quando la notizia giunse a Ioab - questi era stato dalla parte di
      Adonia, ma non per Assalonne - Ioab si rifugiò nella tenda del Signore e
      si afferrò ai corni dell'altare.
      
      [29] Fu riferito al re Salomone come Ioab si fosse rifugiato nella tenda
      del Signore e si fosse posto al fianco dell'altare. Salomone inviò Benaià
      figlio di Ioiadà con l'ordine: "Và, colpiscilo!".
      
      [30] Benaià andò nella tenda del Signore e disse a Ioab: "Per
      ordine del re, esci!". Quegli rispose: "No! Morirò qui".
      Benaià riferì al re: "Ioab ha parlato così e così mi ha
      risposto".
      
      [31] Il re gli disse: "Fà come egli ha detto; colpiscilo e
      seppelliscilo; così allontanerai da me e dalla casa di mio padre il
      sangue che Ioab ha sparso senza motivo.
      
      [32] Il Signore farà ricadere il suo sangue sulla sua testa, perché egli
      ha colpito due uomini giusti e migliori di lui e li ha trafitti con la sua
      spada - senza che Davide mio padre lo sapesse - ossia Abner, figlio di Ner,
      capo dell'esercito di Israele e Amasà figlio di Ieter, capo dell'esercito
      di Giuda.
      
      [33] Il loro sangue ricada sulla testa di Ioab e sulla testa della sua
      discendenza per sempre, mentre su Davide e sulla sua discendenza, sul suo
      casato e sul suo trono si riversi per sempre la pace da parte del
      Signore".
      
      [34] Benaià figlio di Ioiadà andò, lo assalì e l'uccise; Ioab fu
      sepolto nella sua casa, nel deserto.
      
      [35] Il re lo sostituì, nominando capo dell'esercito Benaià figlio di
      Ioiadà, mentre mise il sacerdote Zadòk al posto di Ebiatàr.
      
      [36] Il re mandò a chiamare Simèi per dirgli: "Costruisciti una
      casa in Gerusalemme; ivi sia la tua dimora; non ne uscirai per andartene
      qua e là.
      
      [37] Quando ne uscirai, oltrepassando il torrente Cedron - sappilo bene! -
      sarai degno di morte; il tuo sangue ricadrà sulla tua testa".
      
      [38] Simèi disse al re: "L'ordine è giusto! Come ha detto il re mio
      signore, così farà il tuo servo". Simèi dimorò in Gerusalemme per
      molto tempo.
      
      [39] Dopo tre anni, due schiavi di Simei fuggirono presso Achis figlio di
      Maaca, re di Gat. Fu riferito a Simei che i suoi schiavi erano in Gat.
      
      [40] Simei si alzò, sellò l'asino e partì per Gat andando da Achis in
      cerca dei suoi schiavi. Simei vi andò e ricondusse i suoi schiavi da Gat.
      
      [41] Fu riferito a Salomone che Simei era andato da Gerusalemme a Gat e
      che era ritornato.
      
      [42] Il re, fattolo chiamare, gli disse: "Non ti avevo forse giurato
      per il Signore e non ti avevo io testimoniato che, quando tu fossi uscito
      per andartene qua e là - lo sapevi bene! - saresti stato degno di morte?
      Tu mi avevi risposto: L'ordine è giusto! Ho capito.
      
      [43] Perché non hai rispettato il giuramento del Signore e il comando che
      ti avevo impartito?".
      
      [44] Il re aggiunse a Simei: "Tu conosci tutto il male che hai fatto
      a Davide mio padre. Il Signore farà ricadere la tua malvagità sulla tua
      testa.
      
      [45] Invece sia benedetto il re Salomone e il trono di Davide sia saldo
      per sempre davanti al Signore".
      
      [46] Il re diede ordine a Benaià figlio di Ioiadà, di andare ad
      ucciderlo. E quegli morì.
      Il regno si consolidò nelle mani di Salomone.