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              LA SACRA BIBBIA Edizione CEI - 74  | 
          
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              1 RE 21  | 
          
      [1] In seguito avvenne il seguente episodio. Nabot
      di Izreèl possedeva una vigna vicino al palazzo di Acab re di Samaria.
      
      [2] Acab disse a Nabot: "Cedimi la tua vigna; siccome è vicina alla
      mia casa, ne farei un orto. In cambio ti darò una vigna migliore oppure,
      se preferisci, te la pagherò in denaro al prezzo che vale".
      
      [3] Nabot rispose ad Acab: "Mi guardi il Signore dal cederti l'eredità
      dei miei padri".
      
      
      [4] Acab se ne andò a casa amareggiato e sdegnato per le parole dettegli
      da Nabot di Izreèl, che aveva affermato: "Non ti cederò l'eredità
      dei miei padri". Si coricò sul letto, si girò verso la parete e non
      volle mangiare.
      
      [5] Entrò da lui la moglie Gezabele e gli domandò: "Perché mai il
      tuo spirito è tanto amareggiato e perché non vuoi mangiare?".
      
      [6] Le rispose: "Perché ho detto a Nabot di Izreèl: Cedimi la tua
      vigna per denaro o, se preferisci, te la cambierò con un'altra vigna ed
      egli mi ha risposto: Non cederò la mia vigna!".
      
      [7] Allora sua moglie Gezabele gli disse: "Tu ora eserciti il regno
      su Israele? Alzati, mangia e il tuo cuore gioisca. Te la darò io la vigna
      di Nabot di Izreèl!".
      
      
      [8] Essa scrisse lettere con il nome di Acab, le sigillò con il suo
      sigillo, quindi le spedì agli anziani e ai capi, che abitavano nella città
      di Nabot.
      
      [9] Nelle lettere scrisse: "Bandite un digiuno e fate sedere Nabot in
      prima fila tra il popolo.
      
      [10] Di fronte a lui fate sedere due uomini iniqui, i quali l'accusino:
      Hai maledetto Dio e il re! Quindi conducetelo fuori e lapidatelo ed egli
      muoia".
      
      [11] Gli uomini della città di Nabot, gli anziani e i capi che abitavano
      nella sua città, fecero come aveva ordinato loro Gezabele, ossia come era
      scritto nelle lettere che aveva loro spedite.
      
      [12] Bandirono il digiuno e fecero sedere Nabot in prima fila tra il
      popolo.
      
      [13] Vennero due uomini iniqui, che si sedettero di fronte a lui. Costoro
      accusarono Nabot davanti al popolo affermando: "Nabot ha maledetto
      Dio e il re". Lo condussero fuori della città e lo uccisero
      lapidandolo.
      
      [14] Quindi mandarono a dire a Gezabele: "Nabot è stato lapidato ed
      è morto".
      
      [15] Appena sentì che Nabot era stato lapidato e che era morto, disse ad
      Acab: "Su, impadronisciti della vigna di Nabot di Izreèl, il quale
      ha rifiutato di vendertela, perché Nabot non vive più, è morto".
      
      [16] Quando sentì che Nabot era morto, Acab si mosse per scendere nella
      vigna di Nabot di Izreèl a prenderla in possesso.
      
      [17] Allora il Signore disse a Elia il Tisbita:
      
      [18] "Su, recati da Acab, re di Israele, che abita in Samaria; ecco
      è nella vigna di Nabot, ove è sceso a prenderla in possesso.
      
      [19] Gli riferirai: Così dice il Signore: Hai assassinato e ora usurpi!
      Per questo dice il Signore: Nel punto ove lambirono il sangue di Nabot, i
      cani lambiranno anche il tuo sangue".
      
      [20] Acab disse a Elia: "Mi hai dunque colto in fallo, o mio
      nemico!". Quegli soggiunse: "Sì, perché ti sei venduto per
      fare ciò che è male agli occhi del Signore.
      
      [21] Ecco ti farò piombare addosso una sciagura; ti spazzerò via.
      Sterminerò, nella casa di Acab, ogni maschio, schiavo o libero in
      Israele.
      
      [22] Renderò la tua casa come la casa di Geroboamo, figlio di Nebàt, e
      come la casa di Baasa, figlio di Achia, perché tu mi hai irritato e hai
      fatto peccare Israele.
      
      [23] Riguardo poi a Gezabele il Signore dice: I cani divoreranno Gezabele
      nel campo di Izreèl.
      
      [24] Quanti della famiglia di Acab moriranno in città li divoreranno i
      cani; quanti moriranno in campagna li divoreranno gli uccelli
      dell'aria".
      
      [25] In realtà nessuno si è mai venduto a fare il male agli occhi del
      Signore come Acab, istigato dalla propria moglie Gezabele.
      
      [26] Commise molti abomini, seguendo gli idoli, come avevano fatto gli
      Amorrèi, che il Signore aveva distrutto davanti ai figli d'Israele.
      
      [27] Quando sentì tali parole, Acab si strappò le vesti, indossò un
      sacco sulla carne e digiunò; si coricava con il sacco e camminava a testa
      bassa.
      
      [28] Il Signore disse a Elia, il Tisbita:
      
      [29] "Hai visto come Acab si è umiliato davanti a me? Poiché si è
      umiliato davanti a me, non farò piombare la sciagura durante la sua vita,
      ma la farò scendere sulla sua casa durante la vita del figlio".