| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| 2 Re 19 | 
      
      
      [1] Quando udì, il re Ezechia si lacerò le vesti,
      si coprì di sacco e andò nel tempio.
      
      [2] Quindi mandò Eliadìm, il maggiordomo, Sebna lo scriba e gli anziani
      dei sacerdoti coperti di sacco dal profeta Isaia figlio di Amoz,
      
      [3] perché gli dicessero: "Dice Ezechia: Giorno di angoscia, di
      castigo e di vergogna è questo, poiché i bambini giungono al punto di
      venire alla luce, ma manca alla partoriente la forza di partorire.
      
      [4] Forse il Signore tuo Dio ha udito le parole del gran coppiere, che il
      re d'Assiria suo signore ha inviato a insultare il Dio vivente e lo
      castigherà per le parole che il Signore tuo Dio ha udito. Innalza ora una
      preghiera per quelli che ancora sopravvivono".
      
      [5] Così i ministri del re Ezechia andarono da Isaia.
      
      [6] Disse loro Isaia: "Riferite al vostro padrone: Dice il Signore:
      Non temere le cose che hai udite e con le quali i servitori del re
      d'Assiria mi hanno ingiuriato.
      
      [7] Ecco io manderò in lui uno spirito tale che egli, appena avrà udito
      una notizia, ritornerà nel suo paese e nel suo paese io lo farò perire
      di spada".
      
      [8] Il gran coppiere ritornò e trovò il re d'Assiria che assaliva Libna,
      poiché aveva saputo che si era allontanato da Lachis.
      
      [9] Appena Sennàcherib seppe che Tiraca re di Etiopia era uscito per
      muovergli guerra, inviò di nuovo messaggeri a Ezechia per dirgli:
      
      [10] "Direte a Ezechia, re di Giuda: Non ti inganni il Dio in cui
      confidi, dicendoti: Gerusalemme non sarà consegnata nelle mani del re
      d'Assiria.
      
      [11] Ecco, tu sai ciò che hanno fatto i re di Assiria in tutti i paesi
      che votarono allo sterminio. Soltanto tu ti salveresti?
      
      [12] Gli dei delle nazioni che i miei padri distrussero hanno forse
      salvato quelli di Gozan, di Carran, di Rezef e le genti di Eden in Telassàr?
      
      [13] Dove sono il re di Amat e il re di Arpad e il re della città di
      Sefarvàim, di Ena e di Ivva?".
      
      [14] Ezechia prese la lettera dalle mani dei messaggeri e la lesse, poi
      salì al tempio e, svolgendo lo scritto davanti al Signore,
      
      [15] pregò: "Signore Dio di Israele, che siedi sui cherubini, tu
      solo sei Dio per tutti i regni della terra; tu hai fatto il cielo e la
      terra.
      
      [16] Porgi, Signore, l'orecchio e ascolta; apri, Signore, gli occhi e
      vedi; ascolta tutte le parole che Sennàcherib ha fatto dire per insultare
      il Dio vivente.
      
      [17] È vero, o Signore, che i re d'Assiria hanno devastato tutte le
      nazioni e i loro territori;
      
      [18] hanno gettato i loro dei nel fuoco; quelli però, non erano dei, ma
      solo opera delle mani d'uomo, legno e pietra; perciò li hanno distrutti.
      
      [19] Ora, Signore nostro Dio, liberaci dalla sua mano, perché sappiano
      tutti i regni della terra che tu sei il Signore, il solo Dio".
      
      [20] Allora Isaia figlio di Amoz mandò a dire a Ezechia: "Dice il
      Signore, Dio di Israele: Ho udito quanto hai chiesto nella tua preghiera
      riguardo a Sennàcherib re d'Assiria.
      
      [21] Questa è la parola che il Signore ha pronunziato contro di lui:
      Ti disprezza, ti deride
      la vergine figlia di Sion.
      Dietro a te scuote il capo
      la figlia di Gerusalemme.
      
      [22] Chi hai insultato e schernito?
      Contro chi hai alzato la voce
      e hai elevato, superbo, i tuoi occhi?
      Contro il Santo di Israele!
      
      [23] Per mezzo dei tuoi messaggeri hai insultato il
      Signore
      e hai detto: Con i miei carri numerosi
      sono salito in cima ai monti,
      sugli estremi gioghi del Libano:
      ne ho tagliato i cedri più alti,
      i suoi cipressi più belli;
      sono penetrato nel suo angolo più remoto,
      nella sua foresta lussureggiante.
      
      [24] Io ho scavato e bevuto
      acque straniere;
      ho fatto inaridire con la pianta dei miei piedi
      tutti i torrenti d'Egitto.
      
      [25] Non hai forse udito? Da tempo
      ho preparato questo;
      da giorni remoti io l'ho progettato;
      ora lo eseguisco.
      Era deciso che tu riducessi un cumulo di rovine
      le città fortificate;
      
      [26] i loro abitanti impotenti
      erano spaventati e confusi,
      erano come l'erba dei campi,
      come una giovane pianta verde,
      come l'erba dei tetti,
      bruciata dal vento d'oriente.
      
      [27] Ti sieda, esca
      o rientri, io ti conosco.
      
      [28] Siccome infuri contro di me e la tua arroganza
      è salita ai miei orecchi,
      ti porrò il mio anello alle narici
      e il mio morso alle labbra;
      ti farò tornare per la strada,
      per la quale sei venuto.
      
      [29] Questo ti serva come segno:
      si mangi quest'anno il frutto dei semi caduti,
      nell'anno prossimo ciò che nasce da sé,
      nel terzo anno semineranno e mieteranno,
      pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto.
      
      [30] Il resto della casa di Giuda che scamperà
      continuerà a mettere radici di sotto
      e a dar frutto in alto.
      
      [31] Poiché da Gerusalemme uscirà il resto,
      dal monte Sion il residuo.
      
      [32] Perciò dice il Signore contro il re d'Assiria:
      Non entrerà in questa città
      e non vi lancerà una freccia,
      non l'affronterà con scudi
      e non vi costruirà terrapieno.
      
      [33] Ritornerà per la strada per cui è venuto;
      non entrerà in questa città.
      Oracolo del Signore.
      
      [34] Proteggerò questa città per salvarla,
      per amore di me e di Davide mio servo".
      
      [35] Ora in quella notte l'angelo del Signore scese e percosse
      nell'accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini. Quando i
      superstiti si alzarono al mattino, ecco, quelli erano tutti morti.
      
      [36] Sennàcherib re d'Assiria levò le tende, fece ritorno e rimase a
      Ninive.
      
      [37] Mentre pregava nel tempio di Nisroch suo dio, Adram-Mèlech e Sarèzer
      suoi figli l'uccisero di spada, mettendosi quindi al sicuro nel paese di
      Araràt. Al suo posto divenne re suo figlio Assarhàddon.