| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Esdra 9 | 
      
      
      [1] Terminate queste cose, sono venuti a trovarmi i
      capi per dirmi: "Il popolo d'Israele, i sacerdoti e i leviti non si
      sono separati dalle popolazioni locali, nonostante i loro abomini, cioè
      dai Cananei, Hittiti, Perizziti, Gebusei, Ammoniti, Moabiti, Egiziani,
      Amorrèi,
      
      [2] ma hanno preso in moglie le loro figlie per sé e per i loro figli:
      così hanno profanato la stirpe santa con le popolazioni locali; anzi i
      capi e i magistrati sono stati i primi a darsi a questa infedeltà".
      
      [3] Udito ciò, ho lacerato il mio vestito e il mio mantello, mi sono
      strappato i capelli e i peli della barba e mi sono seduto costernato.
      
      [4] Quanti tremavano per i giudizi del Dio d'Israele su questa infedeltà
      dei rimpatriati, si radunarono presso di me. Ma io restai seduto
      costernato, fino all'offerta della sera.
      
      [5] All'offerta della sera mi sono alzato dal mio stato di prostrazione e
      con il vestito e il mantello laceri sono caduto in ginocchio e ho steso le
      mani al mio Signore,
      
      [6] e ho detto:
      "Mio Dio, sono confuso, ho vergogna di alzare, Dio mio, la faccia
      verso di te, poiché le nostre colpe si sono moltiplicate fin sopra la
      nostra testa; la nostra colpevolezza è aumentata fino al cielo.
      
      [7] Dai giorni dei nostri padri fino ad oggi noi siamo stati molto
      colpevoli e per le nostre colpe, noi, i nostri re e i nostri sacerdoti,
      siamo stati dati nelle mani dei re stranieri; siamo stati consegnati alla
      spada, alla prigionia, alla rapina, all'insulto fino ad oggi.
      
      [8] Ora, da poco, il nostro Dio ci ha fatto una grazia: ha liberato un
      resto di noi, dandoci un asilo nel suo luogo santo, e così il nostro Dio
      ha fatto brillare i nostri occhi e ci ha dato un pò di sollievo nella
      nostra schiavitù.
      
      [9] Perché noi siamo schiavi; ma nella nostra schiavitù il nostro Dio
      non ci ha abbandonati: ci ha resi graditi ai re di Persia; ci ha fatti
      rivivere, perché rialzassimo la casa del nostro Dio e restaurassimo le
      sue rovine e ci ha concesso di avere un riparo in Giuda e in Gerusalemme.
      
      [10] Ma ora, che dire, Dio nostro, dopo questo? Poiché abbiamo
      abbandonato i tuoi comandi
      
      [11] che tu avevi dato per mezzo dei tuoi servi, i profeti, dicendo: Il
      paese di cui voi andate a prendere il possesso è un paese immondo, per
      l'immondezza dei popoli indigeni, per le nefandezze di cui l'hanno colmato
      da un capo all'altro con le loro impurità.
      
      [12] Per questo non dovete dare le vostre figlie ai loro figli, né
      prendere le loro figlie per i vostri figli; non dovrete mai contribuire
      alla loro prosperità e al loro benessere, così diventerete forti voi e
      potrete mangiare i beni del paese e lasciare un'eredità ai vostri figli
      per sempre.
      
      [13] Dopo ciò che è venuto su di noi a causa delle nostre cattive azioni
      e per la nostra grande colpevolezza, benché tu, Dio nostro, ci abbia
      punito meno di quanto meritavano le nostre colpe e ci abbia concesso di
      formare questo gruppo di superstiti,
      
      [14] potremmo forse noi tornare a violare i tuoi comandi e a imparentarci
      con questi popoli abominevoli? Non ti adireresti contro di noi fino a
      sterminarci, senza lasciare resto né superstite?
      
      [15] Signore, Dio di Israele, per la tua bontà è rimasto di noi oggi un
      gruppo di superstiti: eccoci davanti a te con la nostra colpevolezza. Ma a
      causa di essa non possiamo resistere alla tua presenza!".