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               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| 2 Maccabei 7 | 
      
      
      [1] Ci fu 
      anche il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono 
      costretti dal re a forza di flagelli e nerbate a cibarsi di carni suine 
      proibite. 
      
      [2] Uno di essi, facendosi interprete di tutti, disse: "Che cosa cerchi di 
      indagare o sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire 
      le patrie leggi". 
      
      [3] Allora il re irritato comandò di mettere al fuoco padelle e caldaie.
      
      
      [4] Diventate queste subito roventi, il re comandò di tagliare la lingua, 
      di scorticare e tagliare le estremità a quello che era stato loro 
      portavoce, sotto gli occhi degli altri fratelli e della madre. 
      
      [5] Quando quegli fu mutilato di tutte le membra, comandò di accostarlo al 
      fuoco e di arrostirlo mentre era ancora vivo. Mentre il fumo si spandeva 
      largamente all'intorno della padella, gli altri si esortavano a vicenda 
      con la loro madre a morire da forti, esclamando: 
      
      [6] "Il Signore Dio ci vede dall'alto e in tutta verità ci dà conforto, 
      precisamente come dichiarò Mosè nel canto della protesta: Egli si muoverà 
      a compassione dei suoi servi". 
      
      [7] Venuto meno il primo, in egual modo traevano allo scherno il secondo 
      e, strappatagli la pelle del capo con i capelli, gli domandavano: "Sei 
      disposto a mangiare, prima che il tuo corpo venga straziato in ogni suo 
      membro?". 
      
      [8] Egli rispondendo nella lingua paterna protestava: "No". Perciò 
      anch'egli si ebbe gli stessi tormenti del primo. 
      
      [9] Giunto all'ultimo respiro, disse: "Tu, o scellerato, ci elimini dalla 
      vita presente, ma il re del mondo, dopo che saremo morti per le sue leggi, 
      ci risusciterà a vita nuova ed eterna". 
      
      [10] Dopo costui fu torturato il terzo, che alla loro richiesta mise fuori 
      prontamente la lingua e stese con coraggio le mani 
      
      [11] e disse dignitosamente: "Da Dio ho queste membra e, per le sue leggi, 
      le disprezzo, ma da lui spero di riaverle di nuovo"; 
      
      [12] così lo stesso re e i suoi dignitari rimasero colpiti dalla fierezza 
      del giovinetto, che non teneva in nessun conto le torture. 
      
      [13] Fatto morire anche costui, si misero a straziare il quarto con gli 
      stessi tormenti. 
      
      [14] Ridotto in fin di vita, egli diceva: "È bello morire a causa degli 
      uomini, per attendere da Dio l'adempimento delle speranze di essere da lui 
      di nuovo risuscitati; ma per te la risurrezione non sarà per la vita". 
      
      [15] Subito dopo, fu condotto avanti il quinto e fu torturato. 
      
      [16] Ma egli, guardando il re, diceva: "Tu hai potere sugli uomini, e 
      sebbene mortale, fai quanto ti piace; ma non credere che il nostro popolo 
      sia stato abbandonato da Dio. 
      
      [17] Quanto a te, aspetta e vedrai la grandezza della sua forza, come 
      strazierà te e la tua discendenza". 
      
      [18] Dopo di lui presero il sesto; mentre stava per morire, egli disse: 
      "Non illuderti stoltamente; noi soffriamo queste cose per causa nostra, 
      perché abbiamo peccato contro il nostro Dio; perciò ci succedono cose che 
      muovono a meraviglia. 
      
      [19] Ma tu non credere di andare impunito dopo aver osato di combattere 
      contro Dio". 
      
      [20] La madre era soprattutto ammirevole e degna di gloriosa memoria, 
      perché vedendo morire sette figli in un sol giorno, sopportava tutto 
      serenamente per le speranze poste nel Signore. 
      
      [21] Esortava ciascuno di essi nella lingua paterna, piena di nobili 
      sentimenti e, sostenendo la tenerezza femminile con un coraggio virile, 
      diceva loro: 
      
      [22] "Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito 
      e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. 
      
      [23] Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine 
      l'uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia 
      vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi 
      non vi curate di voi stessi". 
      
      [24] Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quella voce fosse 
      di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo e non solo a 
      parole, ma con giuramenti prometteva che l'avrebbe fatto ricco e molto 
      felice se avesse abbandonato gli usi paterni, e che l'avrebbe fatto suo 
      amico e gli avrebbe affidato cariche. 
      
      [25] Ma poiché il giovinetto non badava affatto a queste parole il re, 
      chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il 
      ragazzo. 
      
      [26] Dopo che il re la ebbe esortata a lungo, essa accettò di persuadere 
      il figlio; 
      
      [27] chinatasi verso di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella 
      lingua paterna: "Figlio, abbi pietà di me che ti ho portato in seno nove 
      mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a 
      questa età e ti ho dato il nutrimento. 
      [28] Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto 
      vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è 
      anche l'origine del genere umano. 
      
      [29] Non temere questo carnefice ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, 
      accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli 
      nel giorno della misericordia". 
      
      [30] Mentre essa finiva di parlare, il giovane disse: "Che aspettate? Non 
      obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata 
      data ai nostri padri per mezzo di Mosè. 
      
      [31] Ma tu, che ti fai autore di tutte le sventure degli Ebrei, non 
      sfuggirai alle mani di Dio. 
      
      [32] Per i nostri peccati noi soffriamo. 
      
      [33] Se per nostro castigo e correzione il Signore vivente si adira per 
      breve tempo con noi, presto si volgerà di nuovo verso i suoi servi. 
      
      [34] Ma tu, o sacrilego e di tutti gli uomini il più empio, non esaltarti 
      invano, agitando segrete speranze, mentre alzi la mano contro i figli del 
      Cielo; 
      
      [35] perché non sei ancora al sicuro dal giudizio dell'onnipotente Dio che 
      tutto vede. 
      
      [36] Gia ora i nostri fratelli, che hanno sopportato breve tormento, hanno 
      conseguito da Dio l'eredità della vita eterna. Tu invece subirai per 
      giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. 
      
      [37] Anche io, come già i miei fratelli, sacrifico il corpo e la vita per 
      le patrie leggi, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo 
      popolo e che tu fra dure prove e flagelli debba confessare che egli solo è 
      Dio; 
      
      [38] con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l'ira 
      dell'Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe". 
      
      [39] Il re, divenuto furibondo, si sfogò su costui più crudelmente che 
      sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. 
      
      [40] Così anche costui passò all'altra vita puro, confidando pienamente 
      nel Signore. 
      
      [41] Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte. 
      
      [42] Ma ora basti quanto s'è esposto circa i pasti sacrificali e le 
      incredibili crudeltà.