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               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Qoelet 2 | 
      
      
      [1] Io ho detto in 
      cuor mio: "Vieni, dunque, ti voglio mettere alla prova con la gioia: Gusta 
      il piacere!". Ma ecco anche questo è vanità. 
      [2] Del riso ho detto: "Follia!" 
      e della gioia: "A che giova?". 
      
      [3] Ho voluto soddisfare il mio corpo con il vino, con la pretesa di 
      dedicarmi con la mente alla sapienza e di darmi alla follia, finché non 
      scoprissi che cosa convenga agli uomini compiere sotto il cielo, nei 
      giorni contati della loro vita. 
      
      [4] Ho intrapreso grandi opere, mi sono fabbricato case, mi sono piantato 
      vigneti. 
      
      [5] Mi sono fatto parchi e giardini e vi ho piantato alberi da frutto 
      d'ogni specie; 
      
      [6] mi sono fatto vasche, per irrigare con l'acqua le piantagioni. 
      
      [7] Ho acquistato schiavi e schiave e altri ne ho avuti nati in casa e ho 
      posseduto anche armenti e greggi in gran numero più di tutti i miei 
      predecessori in Gerusalemme. 
      
      [8] Ho accumulato anche argento e oro, ricchezze di re e di province; mi 
      sono procurato cantori e cantatrici, insieme con le delizie dei figli 
      dell'uomo. 
      
      [9] Sono divenuto grande, più potente di tutti i miei predecessori in 
      Gerusalemme, pur conservando la mia sapienza. 
      
      [10] Non ho negato ai miei occhi nulla di ciò che bramavano, né ho 
      rifiutato alcuna soddisfazione al mio cuore, che godeva d'ogni mia fatica; 
      questa è stata la ricompensa di tutte le mie fatiche. 
      
      [11] Ho considerato tutte le opere fatte dalle mie mani e tutta la fatica 
      che avevo durato a farle: ecco, tutto mi è apparso vanità e un inseguire 
      il vento: non c'è alcun vantaggio sotto il sole. 
      
      [12] Ho considerato poi la sapienza, la follia e la stoltezza. "Che farà 
      il successore del re? Ciò che è già stato fatto". 
      
      [13] Mi sono accorto che il vantaggio della sapienza sulla stoltezza è il 
      vantaggio della luce sulle tenebre: 
      
      [14] Il saggio ha gli occhi in fronte, 
      ma lo stolto cammina nel buio. 
      Ma so anche che un'unica sorte 
      è riservata a tutt'e due. 
      
      [15] Allora ho pensato: "Anche a me toccherà la sorte dello stolto! Allora 
      perché ho cercato d'esser saggio? Dov'è il vantaggio?". E ho concluso: 
      "Anche questo è vanità". 
      
      [16] Infatti, né del saggio né dello stolto resterà un ricordo duraturo e 
      nei giorni futuri tutto sarà dimenticato. Allo stesso modo muoiono il 
      saggio e lo stolto. 
      
      [17] Ho preso in odio la vita, perché mi è sgradito quanto si fa sotto il 
      sole. Ogni cosa infatti è vanità e un inseguire il vento. 
      
      [18] Ho preso in odio ogni lavoro da me fatto sotto il sole, perché dovrò 
      lasciarlo al mio successore. 
      
      [19] E chi sa se questi sarà saggio o stolto? Eppure potrà disporre di 
      tutto il mio lavoro, in cui ho speso fatiche e intelligenza sotto il sole. 
      Anche questo è vanità! 
      
      [20] Sono giunto al punto di disperare in cuor mio per tutta la fatica che 
      avevo durato sotto il sole, 
      
      [21] perché chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà 
      poi lasciare i suoi beni a un altro che non vi ha per nulla faticato. 
      Anche questo è vanità e grande sventura. 
      
      [22] Allora quale profitto c'è per l'uomo in tutta la sua fatica e in 
      tutto l'affanno del suo cuore con cui si affatica sotto il sole? 
      
      [23] Tutti i suoi giorni non sono che dolori e preoccupazioni penose; il 
      suo cuore non riposa neppure di notte. Anche questo è vanità! 
      
      [24] Non c'è di meglio per l'uomo che mangiare e bere e godersela nelle 
      sue fatiche; ma mi sono accorto che anche questo viene dalle mani di Dio.
      
      
      [25] Difatti, chi può mangiare e godere senza di lui? 
      
      [26] Egli concede a chi gli è gradito sapienza, scienza e gioia, mentre al 
      peccatore dà la pena di raccogliere e d'ammassare per colui che è gradito 
      a Dio. Ma anche questo è vanità e un inseguire il vento!