| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Qoelet 10 | 
      
      
      [1] Una mosca 
      morta guasta l'unguento del profumiere: 
      un pò di follia può contare più della sapienza e dell'onore. 
      
      [2] La mente del sapiente si dirige a destra 
      e quella dello stolto a sinistra. 
      
      [3] Per qualunque via lo stolto cammini è privo di senno e di ognuno dice: 
      "È un pazzo". 
      
      [4] Se l'ira d'un potente si accende contro di te, non lasciare il tuo 
      posto, perché la calma placa le offese anche gravi. 
      
      [5] C'è un male che io ho osservato sotto il sole: l'errore commesso da 
      parte di un sovrano: 
      
      [6] la follia vien collocata in posti elevati e gli abili siedono in 
      basso. 
      
      [7] Ho visto schiavi a cavallo e prìncipi camminare a piedi come schiavi.
      
      
      [8] Chi scava una fossa ci casca dentro 
      e chi disfà un muro è morso da una serpe. 
      
      [9] Chi spacca le pietre si fa male 
      e chi taglia legna corre pericolo. 
      
      [10] Se il ferro è ottuso e non se ne affila il taglio, bisogna 
      raddoppiare gli sforzi; la riuscita sta nell'uso della saggezza. 
      
      [11] Se il serpente morde prima d'essere incantato, non c'è niente da fare 
      per l'incantatore. 
      
      [12] Le parole della bocca del saggio procurano benevolenza, 
      ma le labbra dello stolto lo mandano in rovina: 
      
      [13] il principio del suo parlare è sciocchezza, 
      la fine del suo discorso pazzia funesta. 
      
      [14] L'insensato moltiplica le parole: "Non sa l'uomo quel che avverrà: 
      chi gli manifesterà ciò che sarà dopo di lui?". 
      
      [15] La fatica dello stolto lo stanca; 
      poiché non sa neppure andare in città. 
      
      [16] Guai a te, o paese, che per re hai un ragazzo 
      e i cui prìncipi banchettano fin dal mattino! 
      
      [17] Felice te, o paese, che per re hai un uomo libero 
      e i cui prìncipi mangiano al tempo dovuto 
      per rinfrancarsi e non per gozzovigliare. 
      
      [18] Per negligenza il soffitto crolla 
      e per l'inerzia delle mani piove in casa. 
      
      [19] Per stare lieti si fanno banchetti 
      e il vino allieta la vita; 
      il denaro risponde a ogni esigenza. 
      
      [20] Non dir male del re neppure con il pensiero 
      e nella tua stanza da letto non dir male del potente, 
      perché un uccello del cielo trasporta la voce 
      e un alato riferisce la parola.