| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Siracide 23 | 
      
      
      [1] Signore, padre 
      e padrone della mia vita, 
      non abbandonarmi al loro volere, 
      non lasciarmi cadere a causa loro. 
      
      [2] Chi applicherà la frusta ai miei pensieri, 
      al mio cuore la disciplina della sapienza? 
      Perché non siano risparmiati i miei errori 
      e i miei peccati non restino impuniti, 
      
      [3] perché non si moltiplichino i miei errori 
      e non aumentino di numero i miei peccati, 
      io non cada davanti ai miei avversari 
      e il nemico non gioisca sul mio conto. 
      
      [4] Signore, padre e Dio della mia vita, 
      non mettermi in balìa di sguardi sfrontati 
      
      [5] e allontana da me la concupiscenza. 
      
      [6] Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me; 
      a desideri vergognosi non mi abbandonare. 
      
      [7] Figli, ascoltate l'educazione della bocca, 
      chi l'osserva non si perderà. 
      
      [8] Il peccatore è vittima delle proprie labbra, 
      il maldicente e il superbo vi trovano inciampo. 
      
      [9] Non abituare la bocca al giuramento, 
      non abituarti a nominare il nome del Santo. 
      
      [10] Come uno schiavo interrogato di continuo 
      non sarà senza lividure, 
      così chi giura e ha sempre in bocca Dio 
      non sarà esente da peccato. 
      
      [11] Un uomo dai molti giuramenti si riempie di iniquità; 
      il flagello non si allontanerà dalla sua casa. 
      Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui; 
      se non ne tiene conto, pecca due volte. 
      Se giura il falso non sarà giustificato, 
      la sua casa si riempirà di sventure. 
      
      [12] C'è un modo di parlare che si può paragonare alla morte; 
      non si trovi nella discendenza di Giacobbe. 
      Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto, 
      così non si rotoleranno nei peccati. 
      
      [13] La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane, 
      in esse infatti c'è motivo di peccato. 
      
      [14] Ricorda tuo padre e tua madre, quando siedi tra i grandi, 
      non dimenticarli mai davanti a costoro, 
      e per abitudine non dire sciocchezze; 
      potresti desiderare di non essere nato 
      e maledire il giorno della tua nascita. 
      
      [15] Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi 
      non si correggerà in tutta la sua vita. 
      
      [16] Due specie di colpe moltiplicano i peccati, la terza provoca l'ira:
      
      
      [17] una passione ardente come fuoco acceso 
      non si calmerà finché non sarà consumata; 
      un uomo impudico nel suo corpo 
      non smetterà finché non lo divori il fuoco; 
      per l'uomo impuro ogni pane è appetitoso, 
      non si stancherà finché non muoia. 
      
      [18] L'uomo infedele al proprio letto 
      dice fra sé: "Chi mi vede? 
      Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono; 
      nessuno mi vede, che devo temere? 
      Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo". 
      
      [19] Il suo timore riguarda solo gli occhi degli uomini; 
      non sa che gli occhi del Signore 
      sono miriadi di volte più luminosi del sole; 
      essi vedono tutte le azioni degli uomini 
      e penetrano fin nei luoghi più segreti. 
      
      [20] Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note; 
      allo stesso modo anche dopo la creazione. 
      
      [21] Quest'uomo sarà punito nelle piazze della città, 
      sarà preso dove meno se l'aspetta. 
      
      [22] Così della donna che abbandona suo marito, 
      e gli presenta eredi avuti da un estraneo. 
      
      [23] Prima di tutto ha disobbedito alle leggi dell'Altissimo, 
      in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito, 
      in terzo luogo si è macchiata di adulterio 
      e ha introdotto in casa figli di un estraneo. 
      
      [24] Costei sarà trascinata davanti all'assemblea 
      e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli. 
      
      [25] I suoi figli non avranno radici, 
      i suoi rami non porteranno frutto. 
      
      [26] Lascerà il suo ricordo in maledizione, 
      la sua infamia non sarà cancellata. 
      
      [27] I superstiti sapranno 
      che nulla è meglio del timore del Signore, 
      nulla più dolce dell'osservare i suoi comandamenti.