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               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Geremia 36 | 
      
      [1] Nel quarto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, questa 
      parola fu rivolta a Geremia da parte del Signore: 
      
      [2] "Prendi un rotolo da scrivere e scrivici tutte le cose che ti ho detto 
      riguardo a Gerusalemme, a Giuda e a tutte le nazioni, da quando cominciai 
      a parlarti dal tempo di Giosia fino ad oggi. 
      
      [3] Forse quelli della casa di Giuda, sentendo tutto il male che mi 
      propongo di fare loro, abbandoneranno ciascuno la sua condotta perversa e 
      allora perdonerò le loro iniquità e i loro peccati". 
      
      [4] Geremia chiamò Baruc figlio di Neria e Baruc scrisse, sotto la 
      dettatura di Geremia, tutte le cose che il Signore gli aveva detto su un 
      rotolo per scrivere. 
      
      [5] Quindi Geremia ordinò a Baruc: "Io ne sono impedito e non posso andare 
      nel tempio del Signore. 
      
      [6] Andrai dunque tu a leggere, nel rotolo che hai scritto sotto la mia 
      dettatura, le parole del Signore, facendole udire al popolo nel tempio del 
      Signore in un giorno di digiuno; le leggerai anche ad alta voce a tutti 
      quelli di Giuda che vengono dalle loro città. 
      
      [7] Forse si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e abbandoneranno 
      ciascuno la sua condotta perversa, perché grande è l'ira e il furore che 
      il Signore ha espresso verso questo popolo". 
      
      [8] Baruc figlio di Neria fece quanto gli aveva comandato il profeta 
      Geremia, leggendo sul rotolo le parole del Signore nel tempio. 
      
      [9] Nel quinto anno di Ioiakìm figlio di Giosia, re di Giuda, nel nono 
      mese, fu indetto un digiuno davanti al Signore per tutto il popolo di 
      Gerusalemme e per tutto il popolo che era venuto dalle città di Giuda a 
      Gerusalemme. 
      
      [10] Baruc dunque lesse nel libro facendo udire a tutto il popolo le 
      parole di Geremia, nel tempio del Signore, nella stanza di Ghemarià, 
      figlio di Safàn lo scriba, nel cortile superiore presso l'ingresso della 
      Porta Nuova del tempio del Signore. 
      
      [11] Michea figlio di Ghemarià, figlio di Safàn, udite tutte le parole del 
      Signore lette dal libro, 
      
      [12] scese alla reggia nella stanza dello scriba; ed ecco là si trovavano 
      in seduta tutti i capi dignitari: Elisamà lo scriba e Delaià figlio di 
      Semaià, Elnatàn figlio di Acbòr, Ghemarià figlio di Safàn, e Sedecìa 
      figlio di Anania, insieme con tutti i capi. 
      
      [13] Michea riferì loro tutte le parole che aveva udite quando Baruc 
      leggeva nel libro al popolo in ascolto. 
      
      [14] Allora tutti i capi inviarono da Baruc Iudi figlio di Natania, figlio 
      di Selemia, figlio dell'Etiope, per dirgli: "Prendi nelle mani il rotolo 
      che leggevi ad alta voce al popolo e vieni". 
      Baruc figlio di Neria prese il rotolo in mano e si recò da loro. 
      
      [15] Ed essi gli dissero: "Siedi e leggi davanti a noi". Baruc lesse 
      davanti a loro. 
      
      [16] Allora, quando udirono tutte quelle parole, ebbero paura e si dissero 
      l'un l'altro: "Dobbiamo senz'altro riferire al re tutte queste parole".
      
      
      [17] Poi interrogarono Baruc: "Dicci come hai fatto a scrivere tutte 
      queste parole". 
      
      [18] Baruc rispose: "Di sua bocca Geremia mi dettava tutte queste parole e 
      io le scrivevo nel libro con l'inchiostro". 
      
      [19] I capi dissero a Baruc: "Và e nasconditi insieme con Geremia; nessuno 
      sappia dove siete". 
      
      [20] Essi poi si recarono dal re nell'appartamento interno, dopo aver 
      riposto il rotolo nella stanza di Elisamà lo scriba, e riferirono al re 
      tutte queste cose. 
      
      [21] Allora il re mandò Iudi a prendere il rotolo. Iudi lo prese dalla 
      stanza di Elisamà lo scriba e lo lesse davanti al re e a tutti i capi che 
      stavano presso il re. 
      
      [22] Il re sedeva nel palazzo d'inverno - si era al nono mese - con un 
      braciere acceso davanti. 
      
      [23] Ora, quando Iudi aveva letto tre o quattro colonne, il re le lacerava 
      con il temperino da scriba e le gettava nel fuoco sul braciere, finché non 
      fu distrutto l'intero rotolo nel fuoco che era sul braciere. 
      
      [24] Il re e tutti i suoi ministri non tremarono né si strapparono le 
      vesti all'udire tutte quelle cose. 
      
      [25] Eppure Elnatàn, Delaià e Ghemarià avevano supplicato il re di non 
      bruciare il rotolo, ma egli non diede loro ascolto. 
      
      [26] Anzi ordinò a Ieracmeèl, un principe regale, a Seraià figlio di 
      Azrièl e a Selemia figlio di Abdeèl, di arrestare Baruc lo scriba e il 
      profeta Geremia, ma il Signore li aveva nascosti. 
      
      [27] Questa parola del Signore fu rivolta a Geremia dopo che il re ebbe 
      bruciato il rotolo con le parole che Baruc aveva scritte sotto la 
      dettatura di Geremia: 
      
      [28] Prendi di nuovo un rotolo e scrivici tutte le parole di prima, che 
      erano nel primo rotolo bruciato da Ioiakìm re di Giuda. 
      
      [29] Contro Ioiakìm re di Giuda dichiarerai: "Dice il Signore: Hai 
      bruciato quel rotolo, dicendo: Perché vi hai scritto queste parole: Certo 
      verrà il re di Babilonia e devasterà questo paese e farà scomparire da 
      esso uomini e bestie? 
      
      [30] Per questo dice il Signore contro Ioiakìm re di Giuda: Egli non avrà 
      un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà esposto al calore del 
      giorno e al freddo della notte. 
      
      [31] Io punirò lui, la sua discendenza e i suoi ministri per le loro 
      iniquità e manderò su di loro, sugli abitanti di Gerusalemme e sugli 
      uomini di Giuda, tutto il male che ho minacciato, senza che mi abbiano 
      dato ascolto". 
      
      [32] Geremia prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc figlio di Neria, 
      lo scriba, il quale vi scrisse, sotto la dettatura di Geremia, tutte le 
      parole del libro che Ioiakìm re di Giuda aveva bruciato nel fuoco; inoltre 
      vi furono aggiunte molte parole simili a quelle.