| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Geremia 52 | 
      
      [1] Sedecìa aveva ventun'anni quando divenne re e regnò undici anni a 
      Gerusalemme; sua madre si chiamava Camitàl figlia di Geremia ed era di 
      Libna. 
      
      [2] Egli fece ciò che dispiace al Signore, proprio come aveva fatto 
      Ioiakìm.
      
      [3] Ma, a causa dell'ira del Signore, in Gerusalemme e in Giuda le cose 
      arrivarono a tal punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. 
      Sedecìa si era ribellato al re di Babilonia. 
      
      [4] Allora nel decimo mese dell'anno nono del suo regno, il dieci del 
      mese, venne Nabucodònosor re di Babilonia con tutto l'esercito contro 
      Gerusalemme. Costoro si accamparono intorno ad essa e costruirono attorno 
      opere d'assedio. 
      
      [5] La città rimase assediata fino all'undecimo anno del re Sedecìa. 
      
      [6] Nel quarto mese, il nove del mese, mentre la fame dominava nella città 
      e non c'era più pane per la popolazione, 
      
      [7] fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i soldati fuggirono, 
      uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le due mura, che 
      era presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano intorno alla città, 
      presero la via dell'Araba. 
      
      [8] Le truppe dei Caldei però inseguirono il re e raggiunsero Sedecìa 
      nelle steppe di Gerico; allora tutto il suo esercito lo abbandonò e si 
      disperse. 
      
      [9] Il re fu catturato e condotto a Ribla nel paese di Amat presso il re 
      di Babilonia che pronunziò la sentenza contro di lui. 
      
      [10] Il re di Babilonia fece sgozzare i figli di Sedecìa sotto i suoi 
      occhi e fece sgozzare anche tutti i capi di Giuda in Ribla; 
      
      [11] cavò gli occhi a Sedecìa e lo fece legare con catene e condurre a 
      Babilonia, dove lo tenne in carcere fino alla sua morte. 
      
      [12] Nel quinto mese, il dieci del mese, essendo l'anno decimonono del 
      regno di Nabucodònosor re di Babilonia, Nabuzaradàn, capo delle guardie, 
      che prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a 
      Gerusalemme. 
      
      [13] Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di 
      Gerusalemme, diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili. 
      
      [14] Tutto l'esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, 
      demolì tutte le mura intorno a Gerusalemme. 
      
      [15] Il resto del popolo che era stato lasciato in città, i disertori che 
      erano passati al re di Babilonia e quanti eran rimasti degli artigiani, 
      Nabuzaradàn, capo delle guardie, li deportò: 
      
      [16] dei più poveri del paese Nabuzaradàn, capo delle guardie ne lasciò 
      una parte come vignaioli e come campagnoli. 
      
      [17] I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel tempio, le 
      basi a ruote e il mare di bronzo che era nel tempio e ne portarono tutto 
      il bronzo in Babilonia. 
      
      [18] Essi presero ancora le caldaie, le palette, i coltelli, i bacini per 
      l'aspersione, le coppe e tutti gli arredi di bronzo che servivano al 
      culto. 
      
      [19] Il capo delle guardie prese ancora i bicchieri, i bracieri, i bacini, 
      le caldaie, i candelabri, le coppe e i calici, quanto era d'oro e 
      d'argento. 
      
      [20] Quanto alle due colonne, all'unico mare, ai dodici buoi di bronzo che 
      erano sotto di esso e alle basi a ruote, cose che aveva fatto il re 
      Salomone per il tempio del Signore, non si poteva calcolare quale fosse il 
      peso del bronzo di tutti questi arredi. 
      
      [21] Delle colonne poi una sola era alta diciotto cubiti e ci voleva un 
      filo di dodici cùbiti per misurarne la circonferenza; il suo spessore era 
      di quattro dita, essendo vuota nell'interno. 
      
      [22] Su di essa c'era un capitello di bronzo e l'altezza di un capitello 
      era di cinque cùbiti; tutto intorno al capitello c'erano un reticolato per 
      lato e melagrane, il tutto di bronzo; così era anche l'altra colonna. 
      
      [23] Le melagrane erano novantasei; tutte le melagrane intorno al 
      reticolato ammontavano a cento. 
      
      [24] Il capo delle guardie fece prigioniero Seraià, sacerdote capo, e il 
      secondo sacerdote Sofonia insieme con tre custodi della soglia. 
      
      [25] Dalla città egli fece prigionieri un funzionario, che era a capo dei 
      soldati, e sette uomini fra i più familiari del re, i quali furono trovati 
      in città, e l'aiutante del capo dell'esercito che arruolava la gente del 
      paese, e sessanta uomini della gente del paese, che furono trovati nella 
      città. 
      
      [26] Nabuzaradàn, capo delle guardie, li prese e li condusse presso il re 
      di Babilonia, a Ribla. 
      
      [27] Il re di Babilonia li fece percuotere e uccidere a Ribla, nel paese 
      di Amat. Così fu deportato Giuda dal suo paese. 
      
      [28] Questa è la gente che Nabucodònosor deportò: nell'anno settimo 
      tremilaventitré Giudei; 
      
      [29] nell'anno decimo ottavo di Nabucodònosor furono deportati da 
      Gerusalemme ottocentotrentadue persone; 
      
      [30] nell'anno ventitreesimo di Nabucodònosor, Nabuzaradàn capo delle 
      guardie deportò settecentoquarantacinque Giudei: in tutto 
      quattromilaseicento persone. 
      
      [31] Ora, nell'anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn re di 
      Giuda, nel decimosecondo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàch re 
      di Babilonia, nell'anno della sua ascesa al regno, fece grazia a Ioiachìn 
      re di Giuda e lo fece uscire dalla prigione. 
      
      [32] Gli parlò con benevolenza e pose il seggio di lui al di sopra dei 
      seggi dei re che si trovavano con lui a Babilonia. 
      
      [33] Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn mangiò sempre il cibo 
      alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita. 
      
      [34] Il suo sostentamento, come sostentamento abituale, gli era fornito 
      dal re di Babilonia ogni giorno, fino al giorno della sua morte, per tutto 
      il tempo della sua vita.