| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Daniele 13 | 
      
      
      [1] Abitava in 
      Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, 
      
      [2] il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, 
      di rara bellezza e timorata di Dio. 
      
      [3] I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo 
      la legge di Mosè. 
      
      [4] Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed 
      essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui. 
      
      [5] In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: erano 
      di quelli di cui il Signore ha detto: "L'iniquità è uscita da Babilonia 
      per opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del 
      popolo". 
      
      [6] Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano 
      qualche lite da risolvere si recavano da loro. 
      
      [7] Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era 
      solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito. 
      
      [8] I due anziani che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono 
      presi da un'ardente passione per lei: 
      
      [9] persero il lume della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il 
      Cielo e non ricordare i giusti giudizi. 
      
      [10] Eran colpiti tutt'e due dalla passione per lei, 
      
      [11] ma l'uno nascondeva all'altro la sua pena, perché si vergognavano di 
      rivelare la brama che avevano di unirsi a lei. 
      
      [12] Ogni giorno con maggior desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno 
      disse all'altro: 
      
      [13] "Andiamo pure a casa: è l'ora di desinare" e usciti se ne andarono.
      
      
      [14] Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, 
      domandandosi a vicenda il motivo, confessarono la propria passione. Allora 
      studiarono il momento opportuno di poterla sorprendere sola. 
      
      [15] Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al 
      solito, con due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché 
      faceva caldo. 
      
      [16] Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani nascosti a 
      spiarla. 
      
      [17] Susanna disse alle ancelle: "Portatemi l'unguento e i profumi, poi 
      chiudete la porta, perché voglio fare il bagno". 
      
      [18] Esse fecero come aveva ordinato: chiusero le porte del giardino ed 
      entrarono in casa dalla porta laterale per portare ciò che Susanna 
      chiedeva, senza accorgersi degli anziani poiché si erano nascosti. 
      
      [19] Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, 
      corsero da lei e le dissero: 
      
      [20] "Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi 
      bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. 
      
      [21] In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e 
      perciò hai fatto uscire le ancelle". 
      
      [22] Susanna, piangendo, esclamò: "Sono alle strette da ogni parte. Se 
      cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani.
      
      
      [23] Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare 
      davanti al Signore!". 
      
      [24] Susanna gridò a gran voce. Anche i due anziani gridarono contro di 
      lei 
      
      [25] e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì. 
      
      [26] I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si precipitarono 
      dalla porta laterale per vedere che cosa stava accadendo. 
      
      [27] Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si 
      sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di 
      Susanna. 
      
      [28] Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, suo 
      marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni per 
      condannare a morte Susanna. 
      
      [29] Rivolti al popolo dissero: "Si faccia venire Susanna figlia di 
      Chelkìa, moglie di Ioakìm". Mandarono a chiamarla 
      
      [30] ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. 
      
      [31] Susanna era assai delicata d'aspetto e molto bella di forme; 
      
      [32] aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per 
      godere almeno così della sua bellezza. 
      
      [33] Tutti i suoi familiari e amici piangevano. 
      
      [34] I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla 
      sua testa. 
      
      [35] Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia 
      nel Signore. 
      
      [36] Gli anziani dissero: "Mentre noi stavamo passeggiando soli nel 
      giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte del giardino e poi 
      ha licenziato le ancelle. 
      
      [37] Quindi è entrato da lei un giovane che era nascosto, e si è unito a 
      lei. 
      
      [38] Noi che eravamo in un angolo del giardino, vedendo una tale 
      nefandezza, ci siamo precipitati su di loro e li abbiamo sorpresi insieme.
      
      
      [39] Non abbiamo potuto prendere il giovane perché, più forte di noi, ha 
      aperto la porta ed è fuggito. 
      
      [40] Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei 
      non ce l'ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni". 
      
      [41] La moltitudine prestò loro fede poiché erano anziani e giudici del 
      popolo e la condannò a morte. 
      
      [42] Allora Susanna ad alta voce esclamò: "Dio eterno, che conosci i 
      segreti, che conosci le cose prima che accadano, 
      
      [43] tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente 
      di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me". 
      
      [44] E il Signore ascoltò la sua voce. 
      
      [45] Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo 
      spirito di un giovanetto, chiamato Daniele, 
      
      [46] il quale si mise a gridare: "Io sono innocente del sangue di lei!".
      
      
      [47] Tutti si voltarono verso di lui dicendo: "Che vuoi dire con le tue 
      parole?". 
      
      [48] Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: "Siete così stolti, 
      Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare la 
      verità! 
      
      [49] Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di 
      lei". 
      
      [50] Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: 
      "Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il 
      dono dell'anzianità". 
      
      [51] Daniele esclamò: "Separateli bene l'uno dall'altro e io li 
      giudicherò". 
      
      [52] Separati che furono, Daniele disse al primo: "O invecchiato nel male! 
      Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, 
      
      [53] quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti e assolvendo i 
      malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto e 
      l'innocente. 
      
      [54] Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale albero tu li hai 
      visti stare insieme?". Rispose: "Sotto un lentisco". 
      
      [55] Disse Daniele: "In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. 
      già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due".
      
      
      [56] Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: "Razza di Cànaan 
      e non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il 
      cuore! 
      
      [57] Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a 
      voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.
      
      
      [58] Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?". Rispose: 
      "Sotto un leccio". 
      
      [59] Disse Daniele: "In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla 
      testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti 
      in due e così farti morire". 
      
      [60] Allora tutta l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che 
      salva coloro che sperano in lui. 
      
      [61] Poi insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto 
      confessare con la loro bocca di aver deposto il falso, fece loro subire la 
      medesima pena alla quale volevano assoggettare il prossimo 
      
      [62] e applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu 
      salvato il sangue innocente. 
      
      [63] Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio per la figlia Susanna 
      insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato 
      in lei nulla di men che onesto. 
      
      [64] Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.