| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Atti degli Apostoli 22 | 
      
      
      [1] "Fratelli e 
      padri, ascoltate la mia difesa davanti a voi". 
      
      [2] Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero silenzio 
      ancora di più. 
      
      [3] Ed egli continuò: "Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma 
      cresciuto in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nelle più 
      rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete 
      tutti voi. 
      
      [4] Io perseguitai a morte questa nuova dottrina, arrestando e gettando in 
      prigione uomini e donne, 
      
      [5] come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio 
      degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco 
      e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme, 
      per essere puniti. 
      
      [6] Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, 
      all'improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me; 
      
      [7] caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi 
      perseguiti? 
      
      [8] Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che 
      tu perseguiti. 
      [9] Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi 
      parlava. 
      
      [10] Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: 
      Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è 
      stabilito che tu faccia. 
      
      [11] E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, 
      guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco. 
      
      [12] Un certo Anania, un devoto osservante della legge e in buona 
      reputazione presso tutti i Giudei colà residenti, 
      
      [13] venne da me, mi si accostò e disse: Saulo, fratello, torna a vedere! 
      E in quell'istante io guardai verso di lui e riebbi la vista. 
      
      [14] Egli soggiunse: Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a 
      conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola 
      dalla sua stessa bocca, 
      
      [15] perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che 
      hai visto e udito. 
      
      [16] E ora perché aspetti? Alzati, ricevi il battesimo e lavati dai tuoi 
      peccati, invocando il suo nome. 
      
      [17] Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui 
      rapito in estasi 
      
      [18] e vidi Lui che mi diceva: Affrettati ed esci presto da Gerusalemme, 
      perché non accetteranno la tua testimonianza su di me. 
      
      [19] E io dissi: Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere 
      nella sinagoga quelli che credevano in te; 
      
      [20] quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anch'io ero 
      presente e approvavo e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano.
      
      
      [21] Allora mi disse: Và, perché io ti manderò lontano, tra i pagani". 
      
      [22] Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma allora alzarono la 
      voce gridando: "Toglilo di mezzo; non deve più vivere!". 
      
      [23] E poiché continuavano a urlare, a gettar via i mantelli e a lanciar 
      polvere in aria, 
      
      [24] il tribuno ordinò di portarlo nella fortezza, prescrivendo di 
      interrogarlo a colpi di flagello al fine di sapere per quale motivo gli 
      gridavano contro in tal modo. 
      
      [25] Ma quando l'ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione 
      che gli stava accanto: "Potete voi flagellare un cittadino romano, non 
      ancora giudicato?". 
      
      [26] Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: "Che cosa stai 
      per fare? Quell'uomo è un romano!". 
      
      [27] Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: "Dimmi, tu sei 
      cittadino romano?". Rispose: "Sì". 
      
      [28] Replicò il tribuno: "Io questa cittadinanza l'ho acquistata a caro 
      prezzo". Paolo disse: "Io, invece, lo sono di nascita!". 
      
      [29] E subito si allontanarono da lui quelli che dovevano interrogarlo. 
      Anche il tribuno ebbe paura, rendendosi conto che Paolo era cittadino 
      romano e che lui lo aveva messo in catene. 
      
      [30] Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il 
      motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e 
      ordinò che si riunissero i sommi sacerdoti e tutto il sinedrio; vi fece 
      condurre Paolo e lo presentò davanti a loro.