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Santa Caterina d'Alessandria I testi della letteratura popolare parlano di Caterina come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, abitante ad Alessandria d'Egitto. Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l'occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi. Caterina però invita Massimino a riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità e rifiuta il sacrificio. Non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino propone a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo. Sarà un miracolo a salvare la ragazza che verrà però decapitata. Secondo la leggenda degli angeli porteranno miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin.
Questo sarebbe avvenuto nel novembre 305.
Filosofi, Studenti, Mugnai Caterina = donna pura, dal greco Anello, Palma, Ruota
Santa Caterina, secondo la tradizione vergine e martire ad Alessandria, ricolma di acuto
ingegno, sapienza e forza d'animo. Il suo corpo è oggetto di pia venerazione nel monastero
sul monte Sinai.
San Mosè di Roma Sono i tempi della persecuzione dell'imperatore Decio, metà del III secolo. Una
persecuzione che colpisce anche i vertici della Chiesa: vescovi, patriarchi e lo
stesso papa Fabiano. Per molti mesi fu impossibile eleggere un nuovo pontefice.
Per questo motivo, la Chiesa romana venne amministrata da un collegio di sacerdoti,
tra cui spiccava per prestigio ed anzianità Mosè, una sorta di decano. Durante la
persecuzione, molti cristiani avevano rinnegato la propria fede. Nacquero durissime
polemiche fra chi sosteneva una linea di intransigenza e chi, come Mosè, era su
posizioni più moderate, invocando tolleranza per coloro che avevano rinnegato o si
erano sottratti prudentemente al pericolo. Morì nel 251, vittima di una lunga prigionia,
anche se non fu martire nel vero senso della parola. Soltanto in epoca recente gli
è stato attribuito questo titolo: per aver testimoniato lo stesso la propria fede
fino alla morte in catene. A Roma, commemorazione di san Mosè, sacerdote e martire,
che, dopo l'uccisione del papa san Fabiano sotto l'imperatore Decio, insieme al collegio
presbiterale si prese cura dei fedeli; giudicò necessario riconciliare quanti durante la
persecuzione avevano rinnegato la fede ed erano in quel momento malati e in punto di morte
e, tenuto a lungo in carcere, spesso li consolò riferendo loro le lettere di san Cipriano
di Cartagine; coronò, infine, la sua vita con un insigne e mirabile martirio.
Beata Beatrice di Ornacieu Beatrice nacque attorno al 1260 a Ornacieu nel Delfinato, regione storica della Francia
sud-orientale nella zona di Grenoble. A tredici anni, nel 1273, entrò nella Certosa di
Parménie, un ordine di regola eremitica fondato nel 1084 da san Brunone. Nel 1301 fu
inviata con due compagne certosine a fondare un nuovo monastero ad Eymeu, nella diocesi
di Valence. Qui le tre fondatrici furono poi raggiunte da altre giovani, nonostante
l'estrema povertà in cui erano costrette a vivere. Beatrice morì probabilmente il 25
novembre 1303 anche se per alcuni studiosi la sua scomparsa avvenne nel 1309. Il culto
della beata fu approvato da Pio IX nel 1869. La memoria si celebra oggi nella diocesi
di Grenoble, mentre in quella di Valence è il 13 febbraio.
Chiodo in mano Nel territorio di Valence in Francia, beata Beatrice d'Ornacieux,
vergine dell'Ordine Certosino, che, insigne per l'amore verso la Croce, visse e morì
in estrema povertà nel cenobio di Eymeu da lei stessa fondato.
Santi Pietro d'Alessandria, Esichio, Pacomio e Teodoro e compagni San Pietro, vescovo di Alessandria d'Egitto, era un uomo dotato di tutte le virtù.
Nel 311 venne inaspettatamente condannato a morte per ordine dell'imperatore Massimiano,
ultima vittima e sigillo di una spietata persecuzione contro la Chiesa. Insieme con
lui si ricordano tre santi vescovi egiziani, Esichio, Pacomio e Teodoro e molti altri
cristiani, che sempre presso Alessandria e nella stessa persecuzione vennero assassinati
a colpi di spada. Ad Alessandria d'Egitto, san Pietro, vescovo e martire, che, ornato
di ogni virtù, fu improvvisamente decapitato per ordine dell'imperatore Galerio Massimiano,
divenendo ultima vittima della grande persecuzione e sigillo dei martiri. Con lui si commemorano tre vescovi egiziani, Esichio, Pacomio e Teodoro, che, sempre ad Alessandria patirono insieme a molti altri nella stessa persecuzione e salirono al cielo crudelmente trafitti con la spada.
San Mercurio di Cesarea di Cappadocia Secondo la sua "Passio", di certo leggendaria, Mercurio avrebbe militato sotto Decio e
Valeriano, quando questi due imperatori "che in realtà non regnarono mai insieme" pubblicarono il loro editto di persecuzione. Mercurio, che era giunto ad essere generale dell'esercito, si ricordò poi di essere figlio di un cristiano, e di essere stato battezzato con il nome simbolico di Filopatròs, cioè «che ama il padre». Decise così di presentarsi a confessare la propria fede al suo amico Imperatore. Seguirono gravi supplizi, finché Mercurio venne condotto a dorso d'asino in Cappadocia, la sua patria, per essere decapitato.
Palma A Cesarea in Cappadocia, nell'odierna Turchia, san Mercurio, martire.
Beati Giacinto Serrano Lopez e Giacomo Meseguer Burillo Giacinto Serrano Lopez nacque a Urrea de Gae'n (Spagna) il 30 luglio 1901, mentre Giacomo
Meseguer Burillo nacque a Híjar (Teruel), Spagna, il 1° maggio 1885.Nel villaggio di Puebla
de Híjar vicino a Teruel in Spagna, beato Giacinto Serrano López, sacerdote dell'Ordine dei
Predicatori e martire, fucilato durante la persecuzione contro la Chiesa. Insieme a lui si
commemora il beato martire Giacomo Meseguer Burillo, sacerdote dello stesso Ordine, che a
Barcellona, in un giorno rimasto ignoto, portò a termine la gloriosa prova per Cristo.
Beata Malcolda Pallio Malcolda Pallio di Alba fu monaca benedettina nel monastero di Sant'Anastasio nella sua città. Benché discendente dell'antica "Tribù Pallida", era così umile che la ritenevano una mentecatta. Si ricordano la sua fervida preghiera ed il suo amore all'umiltà.Morì nel 1192. Dopo la sua morte e in seguito a prodigi, il vescovo Nazario II fece trasportare il suo corpo nella chiesa del convento e qui vi rimase fino alla sua soppressione nel 1801, quando venne trasportata nella cattedrale. E' festeggiata il 25 novembre.
Beata Elisabetta Achler di Reute Religiosa del Terzo Ordine Regolare Francescano, di Reuthe, Germania. Visse praticando
austere penitenze e meditando sopra la Passione di Nostro Signor Gesù Cristo.
A Reute in Svevia, nell'odierna Germania, beata Elisabetta Achler, detta la Buona,
vergine, che visse quasi da reclusa nel Terz'Ordine regolare di San Francesco,
coltivando mirabilmente l'umiltà, la povertà e la mortificazione del corpo.
Beato Andrea de las Heras Missionario apostolico dell'America Meridionale, il Beato Andrea de las Heras, faceva
parte del convento mercedario di Valdivia. Evangelizzando quelle popolazioni fu preso
dagli indigeni idolatri e venne crudelmente trucidato in odio alla fede cattolica,
onorando con il suo martirio il proprio Ordine e la Chiesa di Dio. L'Ordine lo festeggia il 25 novembre.
San Pietro Yi Ho-yong A Seul in Corea, san Pietro Yi Ho-yŏng, martire, che, catechista, catturato dalle guardie
insieme a sua sorella, sant'Agata Yi So-sa, rimase saldo nella sua confessione di fede e,
rottegli tre volte le ossa, rimase per quattro anni detenuto in carcere, dove morì, primo
della gloriosa schiera dei martiri di questa nazione.
San Maurino Nel territorio di Agen in Aquitania, ora in Francia, san Maurino, martire, che si tramanda
sia stato trucidato dai pagani mentre attendeva all'evangelizzazione della popolazione rurale.
San Marcolo In Numidia, nell'odierna Algeria, san Marcolo, vescovo, che, come si tramanda, morì martire
al tempo dell'imperatore Costante, precipitato da una rupe da un certo Macario.
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