PINEROLO

Chiesa Cattolica
in Italia

PINEROLO  Diac.Perm.  16/10/2021    Pra 'd Mill

Incontro a Pra 'd Mill

Meditazione di Mons. Derio Olivero



"Ogni uomo deve ritornare a se stesso, deve abbracciare il suo cammino particolare, deve portare a unità il proprio essere, deve cominciare da se stesso (...). Cominciare da se stessi, ma non finire con se stessi; prendersi come punto di partenza, ma non come meta; conoscersi, ma non preoccuparsi di sé".

1II terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». 6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le anfore»; e le riempirono fino all'orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». 11Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.


Prima settimana
Gesù Cristo abita il nostro tempo (Lui, il Verbo, creatore... abita i giorni, le ore, le età della vita, i momenti belli e quelli tristi).

Gesù Cristo abita i nostri spazi
È necessario imparare a leggere gli eventi quotidiani (mangiare, fare la spesa, comprare un libro, abbracciare, salire in macchina, lavorare...) dentro una presenza che dona senso e spessore. Questo ci aiuta a vincere la sensazione di "spezzettamento" e di "vuoto" che a volte ci prende. In ogni evento e 'è molto di più di quanto si vede e si tocca.

Siamo sempre alla presenza di una Presenza (Il primo giorno della settimana...)

"Il terzo giorno"
• Sesto giorno: è il giorno della creazione dell'uomo; ora vediamo l'uomo nuovo. Essere cristiani significa sapere di essere "in tempi assolutamente nuovi". Noi siamo in una nuova era, quella in cui abbiamo visto un uomo nuovo, veramente libero, credente, vincitore della morte. "Ora" è possibile vivere, qualunque cosa capiti. Ora possiamo essere veramente uomini.
• Sembra tanto (miracolo), ma avverrà molto di più (risurrezione)
• "Non è bene che l'uomo sia solo"... da ora siamo "sposati".

"Sei anfore di pietra, vuote"
"Che cosa sono ancora queste chiese se non la fossa e il sepolcro di Dio?" (F. Nietzsche). È sempre possibile il rischio che le nostre chiese diventino una "anfora vuota", che non disseta, non purifica, non offre vita: pensiamo alle Messe, ai gruppi, alla parrocchia...
• La nostra società a volte rischia di essere una "anfora vuota": sfavillante, caotica e vuota.
• a Noi stessi rischiamo di diventare anfore vuote, assaliti dalla noia ("Ci si annoia soprattutto nell'età in cui si è convinti di avere tutta l'immensità dell 'avvenire in proprio possesso, nell 'età in cui si immagina che la vita sia senza fine. Come è possibile che un numero di anni così breve sia costituito da giornate tanto lunghe? Breve e lunga: ecco com 'è la vita. Ma al di là del tempo del rimpianto, che è così corto, come al dì là del tempo della noia, che è così lunga, e 'è posto per questo presente che noi chiamiamo opportunità")

"II vino"
• II vino è simbolo di festa che si compie: Gesù è il vino della nostra vita. All'inizio e alla radice dell'agire di Gesù troviamo una festa, la gioia.
La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che sì lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento.

Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l'entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta dì una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dìo per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto. Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non e 'è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Luì già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un'altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitalo a perdonare «settanta volte sette» (Mt 18,22) ci da l'esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l'altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti! (EG 1-3).

• Il vino "sgomitola". Gesù Cristo ci aiuta a costruire relazioni. Egli dona un cuore nuovo.

"Non hanno vino"
• Che cosa mi manca? Ecco, forse ci manca il vino. La nostra fede si annacqua, perde il gusto. L'abitudine rischia di annacquare ogni cosa.

Il vino era buono fino alla fine
• È bello sapere che il nostro vino, il vino del Vangelo è un ottimo vino. Altrimenti inizia a serpeggiare il sospetto che da altre parti esistono vini migliori e sprechiamo il vino che ci è stato versato nel bicchiere (vd. Messa della domenica; brani della Parola; speranza cristiana)
• II vino è buono fino alla fine: il nostro Dio ci garantisce "vino" fino alla fine della vita. Questo ci aiuta a credere che la vita non è una "inevitabile degradazione", ma sempre ci è garantito un futuro (fino al futuro del Paradiso). L'Eterno nel tempo. Viviamo momenti "carichi di Eterno!"

I servi
• Facendo il nostro mestiere noi collaboriamo al miracolo
• I servi portano acqua e gli altri bevono vino: è bello sapere che vivere il Vangelo genera vita in chi ci incontra (anche oltre quello che vediamo e sentiamo)

Maestro di tavola
• Assaggia il vino ma non si lascia "prendere". Per entrare nella vita nuova occorre lasciarsi "spostare" da Gesù: occorre essere curiosi, mettersi in movimento, accettare uno stile di vita.
• Il maestro di tavola dice una cosa vera: lo sposlo (Gesù) conserva per noi vino buono fino alla fine.

Maria: attenta e credente

Il miracolo di Cana
• Miracolo "inutile" eppure essenziale. Di cosa abbiamo bisogno? Della certezza che la vita si compie e della certezza che la gioia è possibile, (simbolo del numero 6: compimento: amore, ministero, fatiche, cura)
• È un miracolo esagerato (450-650 litri): per dire la sovrabbondanza di Dio.

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