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               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Giuditta 5 | 
[1] Fu riferito 
      intanto ad Oloferne, comandante supremo dell'esercito di Assur, che gli 
      Israeliti si preparavano alla guerra e avevano bloccato i passi montani, 
      avevano fortificato tutte le sommità dei monti e avevano disposto ostacoli 
      nelle pianure. 
      
      [2] Egli montò in gran furore e convocò tutti i capi di Moab e gli 
      strateghi di Ammon e tutti i satrapi delle regioni marittime, 
      
      [3] e disse loro: "Spiegatemi un pò, voi figli di Cànaan, che popolo è 
      questo che dimora sui monti e come sono le città che egli abita, quanti 
      sono gli effettivi del suo esercito, dove risiede la loro forza e il loro 
      vigore, chi si è messo alla loro testa come re e condottiero del loro 
      esercito 
      
      [4] e perché hanno rifiutato di venire incontro a me a differenza di tutte 
      le popolazioni dell'occidente". 
      
      [5] Gli rispose Achior, condottiero di tutti gli Ammoniti: "Ascolti bene 
      il mio signore la risposta dalle labbra del suo servo: io riferirò la 
      verità sul conto di questo popolo, che sta su queste montagne vicino al 
      luogo ove risiedi, né uscirà menzogna dalla bocca del suo servo. 
      
      [6] Questo popolo si compone di discendenti dei Caldei. 
      
      [7] Essi si trasferirono dapprima nella Mesopotamia, perché non vollero 
      seguire gli dei dei loro padri che si trovavano nel paese dei Caldei. 
      
      [8] Essi avevano abbandonato la tradizione dei loro padri e avevano 
      adorato il Dio del cielo, quel Dio che essi avevano conosciuto; perciò li 
      avevano scacciati dalla presenza dei loro dei ed essi si erano rifugiati 
      in Mesopotamia e furono là per molto tempo. 
      
      [9] Ma il loro Dio comandò loro di uscire dal paese che li ospitava e 
      venire nel paese di Cànaan. Qui infatti si stabilirono e si arricchirono 
      di oro e di argento e di bestiame in gran numero. 
      
      [10] Poi scesero in Egitto, perché la fame aveva invaso tutto il paese di 
      Cànaan, e vi rimasero come stranieri finché trovarono da vivere. Là 
      divennero anche una moltitudine imponente, tanto che non si poteva contare 
      la loro discendenza. 
      
      [11] Ma si alzò contro di loro il re dell'Egitto che li sfruttò nella 
      preparazione dei mattoni e perciò furono umiliati e trattati come schiavi.
      
      
      [12] Essi alzarono suppliche al loro Dio e questi percosse tutto il paese 
      d'Egitto con castighi ai quali non c'era rimedio. Perciò gli Egiziani li 
      mandarono via dal loro paese. 
      
      [13] Dio asciugò il Mare Rosso davanti a loro 
      
      [14] e li guidò per la via del Sinai e di Cadesbarne; essi eliminarono 
      quanti risiedevano nel deserto. 
      
      [15] Poi dimorarono nel paese degli Amorrèi e sterminarono con la loro 
      forza gli abitanti di Esebon; quindi passarono il Giordano e si 
      insediarono in tutte quelle montagne. 
      
      [16] Scacciarono davanti a loro il Cananeo, il Perizzita, il Gebuseo, 
      Sichem e tutti i Gergesei e abitarono nel loro territorio per molti anni.
      
      
      [17] In realtà fin quando non peccavano contro il loro Dio erano nella 
      prosperità, perché il Dio che è con loro odia il male. 
      
      [18] Quando invece si allontanarono dagli ordinamenti che egli aveva loro 
      imposti, furono terribilmente sconfitti in molte guerre e condotti 
      prigionieri in paese straniero, il tempio del loro Dio fu raso al suolo e 
      le loro città caddero in potere dei loro nemici. 
      
      [19] Ora appunto, riconciliati con il loro Dio, hanno fatto ritorno dai 
      luoghi dove erano stati dispersi, hanno ripreso possesso di Gerusalemme, 
      dove è il loro santuario, e si sono stabiliti sulle montagne, che prima 
      erano deserte. 
      
      [20] Ora, mio sovrano e signore, se vi è qualche aberrazione in questo 
      popolo perché ha peccato contro il suo Dio, se cioè ci accorgiamo che c'è 
      in mezzo a loro questo inciampo, avanziamo e diamo loro battaglia. 
      
      [21] Ma se non vi è nessuna iniquità in mezzo a questa gente, il signor 
      mio passi oltre, per tèma che il loro Signore non li difenda e il loro Dio 
      vegli su questo popolo, e noi non si diventi l'obbrobrio di tutta la 
      terra."
      
      [22] Quando Achior ebbe finito di parlare, tutti i convenuti, che erano 
      intorno alla tenda, si misero a mormorare. I magnati di Oloferne, come 
      pure gli abitanti della costa e quelli di Moab gridarono di farlo a pezzi.
      
      [23] "Non abbiamo niente da temere dai figli d'Israele, è un popolo senza 
      forza e senza vigore per una lotta dura.
      
      [24] Coraggio, dunque! Saliamo contro di loro e saranno divorati da tutto 
      il tuo esercito, o potente Oloferne!"