| 
               www.maranatha.it/mobile  | 
          
| 
               LA SACRA BIBBIA Edizione CEI  | 
          
| Giuditta 10 | 
      
      
      [1] Quando 
      Giuditta ebbe cessato di supplicare il Dio di Israele ed ebbe terminato di 
      pronunziare tutte queste parole, 
      
      [2] si alzò dalla prostrazione, chiamò la sua ancella particolare e scese 
      nella casa, dove usava passare i giorni dei sabati e le sue feste. 
      
      [3] Qui si tolse il sacco di cui era rivestita, depose le vesti di vedova, 
      poi lavò con acqua il corpo e lo unse con profumo denso; spartì i capelli 
      del capo e vi impose il diadema. Poi si mise gli abiti da festa, che aveva 
      usati quando era vivo suo marito Manàsse. 
      
      [4] Si mise i sandali ai piedi, cinse le collane e infilò i braccialetti, 
      gli anelli e gli orecchini e ogni altro ornamento che aveva e si rese 
      molto affascinante agli sguardi di qualunque uomo che l'avesse vista. 
      
      [5] Poi affidò alla sua ancella un otre di vino, un'ampolla di olio; 
      riempì anche una bisaccia di farina tostata, di fichi secchi e di pani 
      puri e, fatto un involto di tutti questi recipienti, glielo mise sulle 
      spalle. 
      
      [6] Allora uscirono verso la porta della città di Betulia e trovarono 
      pronti sul luogo Ozia e gli anziani della città, Cabri e Carmi. 
      
      [7] Costoro, quando la videro trasformata nell'aspetto e con gli abiti 
      mutati, restarono molto ammirati della sua bellezza e le dissero: "
      
      [8] Il Dio dei padri nostri ti conceda di trovar favore e di portare a 
      termine quello che hai stabilito di fare, a vanto degli Israeliti e ad 
      esaltazione di Gerusalemme". 
      
      [9] Essa si chinò ad adorare Dio e rispose loro: "Fatemi aprire la porta 
      della città e io uscirò per dar compimento alle parole augurali che mi 
      avete rivolto". Quelli diedero ordine ai giovani di guardia di aprirle 
      come aveva chiesto. 
      
      [10] Così fecero e Giuditta uscì: essa sola e l'ancella che aveva con sé. 
      Dalla città gli uomini la seguirono con gli sguardi mentre scendeva il 
      monte, finché attraversò la vallata e non poterono più scorgerla. 
      
      [11] Esse andavano avanti diritte per la valle, quando si fecero loro 
      incontro le sentinelle assire. 
      
      [12] La presero e la interrogarono: "Di qual popolo sei, donde vieni e 
      dove vai?". Essa rispose: "Sono figlia degli Ebrei e fuggo da loro, perché 
      stanno per essere consegnati in vostra balìa. 
      
      [13] Io quindi vengo alla presenza di Oloferne, comandante supremo dei 
      vostri eserciti, per rivolgergli parole di verità e mettergli sotto gli 
      occhi la strada per cui potrà passare e impadronirsi di tutti questi monti 
      senza che perisca uno solo dei suoi uomini". 
      
      [14] Quegli uomini, quando sentirono queste parole e considerarono 
      l'aspetto di lei, che appariva loro come un miracolo di bellezza, le 
      dissero: 
      
      [15] "Hai messo in salvo la tua vita, scendendo in fretta e venendo alla 
      presenza del nostro signore. Vieni dunque alla tenda di lui; alcuni di noi 
      ti accompagneranno, finché non ti abbiano affidato alle sue mani. 
      
      [16] Quando poi sarai alla sua presenza, non tremare dentro di te, ma 
      riferisci a lui quanto ci hai detto ed egli ti tratterà bene". 
      
      [17] Scelsero pertanto cento uomini tra di loro, i quali si affiancarono a 
      lei e alla sua ancella e le condussero alla tenda di Oloferne. 
      
      [18] In tutto il campo ci fu un grande accorrere, essendosi sparsa la voce 
      della sua venuta tra gli attendamenti. La circondarono in massa mentre era 
      fuori della tenda di Oloferne, in attesa che gliela annunziassero. 
      
      [19] Erano ammirati della bellezza di lei e ammirati degli Israeliti a 
      causa di lei e si dicevano l'un l'altro: "Chi disprezzerà un popolo che 
      possiede tali donne? Sarà bene non lasciarne sopravvivere alcun uomo, 
      perché, liberi, potrebbero far perdere la testa a tutto il mondo". 
      
      [20] Venne fuori la guardia del corpo di Oloferne e tutti gli inservienti 
      e la introdussero nella tenda. 
      
      [21] Oloferne riposava sul suo letto sotto un padiglione di porpora e 
      d'oro, adorno di smeraldi e di pietre preziose.
      
      [22] Gli venne annunziata ed egli avanzò fino all'ingresso del padiglione, 
      preceduto da fiaccole d'argento.
      
      [23] Quando Giuditta apparve alla presenza di lui e dei suoi aiutanti, 
      tutti ammirarono la bellezza del suo volto, ed essa si prostrò davanti a 
      lui con la faccia a terra, ma gli aiutanti la fecero alzare.